VASTO – Oggi ci ha lasciato Gianluca Vialli. Il primo calciatore a vincere lo scudetto con la Sampdoria, l’ultimo a trionfare in Europa con la Juventus. Una carriera impeccabile: 259 gol in 673 presenze.
Ma se i numeri e i trofei appartengono al campo, vogliamo ricordare il campione di Cremona con le parole che rivolse alla Nazionale due giorni prima della finale degli Europei del 2021, espressione di sport come metafora di vita.
Siamo a Coverciano. In qualità di capo delegazione, Vialli legge un passo di un discorso del presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, “L’uomo nell’arena”. Inizia, vince le lacrime e conclude. Scroscio di applausi. Le parole hanno un peso. E quel passo, in quel momento storico, per lui e per la Nazionale, arrivano dritte al cuore.
“Non è colui che critica a contare… L’onore spetta all’uomo nell’arena. L’uomo il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue. L’uomo che lotta con coraggio, che sbaglia sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e di mancanze.
L’uomo che dedica tutto se stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo e che si spende per una giusta causa.
L’uomo che, quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato. Quest’uomo non avrà mai un posto accanto a quelle anime mediocri che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta”.
Vialli è sceso nell’arena, ha combattuto, ha vinto, poi ha perso. Ma nella lotta, ci ha trasmesso il senso della vita, vivendo la malattia con dignità, provando fino all’ultimo a dribblare l’avversario.
Le gesta atletiche saranno ricordate per sempre. Gli insegnamenti impartiti un bene prezioso da cui attingere in ogni momento della nostra esistenza.
Ciao Luca, tu non avrai mai un’anima mediocre.