VASTO – Interessante tavola rotonda ieri, presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso, dove il prof. Michele Celenza ha presentato la sua pubblicazione “La scuola dell’ultimo uomo. Un congedo” nell’ambito dell’iniziativa di Italia Nostra del Vastese dedicata a “Dove va la scuola italiana? Uno sguardo (non istituzionale) dall’interno”.
A moderare il dibattito il prof. Ernano Marcovecchio, sindaco di Tufillo, che ha presentato e introdotto i vari interventi degli altri docenti partecipanti: Luigi Murolo, Giovanni Artese, Davide Aquilano e Marco Genovesi (Università di Nottingham).
“Italia Nostra – ha spiegato Aquilano, presidente della sezione locale – ha spesso organizzato incontri dedicati alla scuola, come ad esempio “Società liquida, scuola gassosa”, insieme all’associazione Porta nuova. Ci fu molto interesse per gli incontri con Dei, Della Loggia e mons. Forte, ma successivamente abbiamo riscontrato scarsa partecipazione e interesse da parte dei docenti”.
Michele Celenza ha poi illustrato il senso della sua pubblicazione: “Questo libretto è il frutto della disperazione dopo anni di docenza, in cui mi sono sempre trovato bene nel rapporto con gli alunni e male in quello con le istituzioni. E’ una critica al nuovo modello di scuola, a come è divenuta questa importante parte della società, trasformandosi in qualcosa che somiglia a un’azienda e dimenticando che l’apprendimento è stupore e “aumento”. Purtroppo oggi la scuola ha perso autorità ed è al servizio della macchina mondiale della produzione: oggi le politiche scolastiche sono scelte da Unione Europea e banche, che hanno deciso di orientare la formazione degli alunni verso la flessibilità, trascurando la vera essenza pedagogica e critica della didattica”.
Anche il prof. Genovesi è stato critico, spiegando la situazione delle università inglesi: “La scuola è divenuta una realtà economica e gli studenti vengono trasformati in imprenditori. Lo studente diviene cliente, e devono essere contenti e soddisfatti della loro facoltà. Ecco perchè i corsi universitari sono sempre più semplici: si ricerca l’impiegabilità degli studenti nel mondo del lavoro, dimenticando che lo scopo dell’istruzione è la logica, la critica e non solo il pc, i portfolio e le capacità pratiche. Bisogna tornare a pensare criticamente”.
Secondo il prof. Luigi Murolo “questo libro apre un orizzonte. E’ vero: la scuola con la UE non fa più formazione ma addestramento e i progetti scolastici sono tesi alla soddisfazione del cliente”. Allo storico Artese il compito di chiudere il dibattito: per lui il saggio di Michele Celenza è rigoroso nel fotografare la situazione della scuola e permette ulteriori confronti e dibattiti.