ABRUZZO – Tra il mese di dicembre 2021 e settembre 2022, gli occupati in Abruzzo hanno subito una flessione negativa e ora gli inoccupati sono pari 39mila unità. In valore percentuale, la perdita è stata del 7,7%, in controtendenza con il dato nazionale che ha registrato un incremento dello 0,9%.
Per il ricercatore Aldo Ronci, come riferisce l’Ansa, si tratta di un vero e proprio “tracollo” con “l’occupazione in caduta libera”. Tale flessione posiziona infatti la regione all’ultimo posto della graduatoria nazionale.
Per quanto riguarda i singoli settori presi in esame, si registra un incremento di duemila lavoratori nell’agricoltura, un dato che colloca l’Abruzzo all’ottavo posto della graduatoria italiana, una flessione di ottomila persone nel settore delle costruzioni (penultimo posto in Italia), di undicimila unità nell’industria (ultimo posto), di undicimila unità nel commercio, alberghi e ristorazione (ancora ultimo posto) e di undicimila lavoratori nei servizi (penultimo posto).
La situazione preannuncia un anno di sfide per il nostro territorio, già colpito dalla crisi e dalla pandemia.