PESCARA – “Ieri, domenica 11 dicembre, un corriere di 41 anni di Pescara, è finito fuori strada con il proprio furgone di servizio, ha accusato un malore ed è morto. Morire lavorando non è più una notizia in Italia, già oltre 1000 morti quest’anno, e l’Usb non ritiene che siano frutto della cattiva sorte, ma una conseguenza di controlli preventivi assenti, un sistema di lavoro basato su ritmi frenetici ed una legislazione inadeguata alla gravità della situazione che si reitera di anno in anno senza che la politica intervenga con decisione e fermezza”. Lo fa sapere l’Unione sindacale di base di Pescara (Usb).
“Il 2 dicembre, – prosegue la nota – in occasione dello sciopero generale proclamato dall’Usb, abbiamo manifestato a Pescara anche sul tema della sicurezza. Avevamo inviato a tutti i gruppi consiliari una lettera con delle nostre proposte sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro per mettere un freno a una strage inaccettabile. In quell’occasione i gruppi dei consiglieri regionali del M5S e del Pd hanno ritenuto opportuno incontrare una nostra delegazione per approfondire i temi sottoposti e abbiamo chiesto loro di portare le nostre istanze all’interno delle istituzioni regionali”.
“In modo che tutto l’arco politico – continua – si impegni innanzitutto per potenziare fortemente gli organi di controllo (Spsal) oltre ad avviare una riforma strutturale degli stessi, per far pressione sulla politica nazionale per introdurre finalmente il reato di omicidio sul lavoro, per istituire una commissione regionale permanente per il Monitoraggio sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, e altri interventi necessari che abbiamo segnalato”.
“Per la politica – sottolinea il sindacato – non è più tempo di tergiversare e rifugiarsi in frasi di circostanza quando accadono tragedie simili, non è normale morire. È urgente affrontare anche il tema dei ritmi e carichi di lavoro che aumentano il rischio di incidenti e quello della logistica è un settore molto sensibile a tutto ciò, e noi pensiamo che si sia superato il limite perché troviamo assolutamente non prioritario consegnare prodotti di secondaria necessità anche nei giorni festivi e alla domenica“.
“La politica – conclude la nota Usb – deve comprendere che il tempo è scaduto e servono fatti concreti“.
“I nostri pensieri e le nostre più sentite condoglianze vanno alla famiglia e alle persone care di Franco – è il messaggio che Lifonti and Company ha inviato a integrazione della nota del sindacato. Da sempre lavoriamo a stretto contatto con i fornitori di servizi di consegna per definire insieme degli obiettivi realistici che non mettano pressione su di loro o sui loro dipendenti”.
“La sicurezza – ha precisato Pietro Mazzoleni – è la nostra priorità, per questo mettiamo a disposizione dei fornitori di servizi una tecnologia di pianificazione delle rotte che prende in considerazione diversi fattori per determinare quante consegne un autista possa effettuare in sicurezza. Siamo disponibili a collaborare con il fornitore di servizi di consegna e con le autorità qualora fosse ritenuto necessario ai fini di chiarire le cause dell’evento”.
Quindi se uno ha un infarto, c’è sicuramente un colpevole di omicidio. Ah.
I sindacati….. Fuffa assoluta
Sono d’accordo con Carlo, il poverino ha avuto un malore…. Non sempre esiste un responsabile. Sarebbe meglio evitare polemiche sterili che sono fini a se stesse. Un abbraccio alla famiglia.