di Fabrizio Scampoli
VASTO – Il bailamme è iniziato quando Silvia Salis, ex campionessa olimpica di lancio col martello e vicepresidente del CONI, ha tentato di pagare a Genova la corsa al tassista col bancomat. In un post che impazza su Instagram è lei stessa che lo racconta con amarezza: “Nel taxi vedo il Pos quindi chiedo di pagare con il bancomat, 32 euro, mi dice che ‘No, ora lui non è più obbligato’, che è finita la pacchia della banche, che a lui servono contanti”. E prosegue: “Di fronte alle mie obiezioni ha iniziato a urlare con arroganza che ora, lui, può fare come vuole, ora lui può fare, finalmente, come vuole“.
Apriti cielo. È iniziata in tutto il Paese la querelle sulla nuova soglia per i pagamenti bancomat e per la quota di contanti da poter portare in tasca e se ne discute praticamente ovunque. In realtà i dati fotografano una realtà piuttosto impietosa: l’Italia è al terzultimo posto per i pagamenti elettronici in Europa. In questi giorni si sta discutendo sulla soglia sotto la quale l’esercente potrà chiedere il pagamento in contanti: trenta, quaranta o sessanta euro. Ma il problema è ormai “sociale”: come reagiranno i consumatori, ormai abituati a pagare col bancomat, di fronte a un rifiuto da parte del commerciante? Secondo ricerche degli ultimi giorni, molti sceglieranno di fare altrove la spesa, presso i centri commerciali o su Amazon, e questo dovrebbe fare riflettere gli esercenti.
D’altronde, anche Bankitalia storce il naso davanti a questo provvedimento: si paventa il rischio dell’aumento dell’evasione fiscale e della criminalità. Secondo studi economici di settore, tra l’altro, il costo delle transazioni elettroniche sarebbe addirittura leggermente inferiore al costo del contante. E allora, davvero non si capisce il senso di questa polemica e forse meglio sarebbe lasciare le cose come stanno. A breve, inoltre, sarà impossibile tornare indietro: in altri Paesi già si paga tutto con carta di credito o bancomat, usando lo smartphone o addirittura un anello speciale.
Siamo sotto Natale e tutti vorremmo acquistare i nostri doni senza inutili discussioni e polemiche alle casse dei negozi. Cari commercianti, fateci questo regalo.