ROMA – Italia Nostra ha rotto ogni accordo con l’ideologia rinnovabilista di Legambiente, Wwf e Greenpeace, cui oggi si aggiunge inopinatamente il Fai che fu di Giulia Maria Crespi, a partire dal 2005, quando firmarono l’accordo con l’Anev. Lo fa sapere con una nota la Onlus nata a salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali.
“Italia Nostra, – si legge – come sempre, sta con il Mic, con le Soprintendenze e con il sistema di tutela che ha governato per oltre un secolo la trasformazione del nostro piccolo Paese da agricolo a prettamente industriale. Oggi Italia Nostra non può che sostenere l’indirizzo politico del ministro Sangiuliano e del sottosegretario Sgarbi, i quali cercano la strada per salvaguardare ciò che rimane del paesaggio italiano – le campagne, le coste, i monti e i centri storici – dopo la trasformazione industriale”.
“Ricordiamo – aggiunge l’associazione – che l’Italia è uno dei Paesi più virtuosi d’Europa e con una bassa impronta carbonica: una condizione che rende sospetta e incomprensibile la fretta di installare 70 GW di rinnovabili proprio sul nostro territorio. L’Associazione è per la pianificazione e comunque favorevole al fotovoltaico da installare su: i tetti dei capannoni industriali (circa 700mila secondo il Wwf); le aree degradate da bonificare, corrispondenti a circa 9mila metri quadrati; i tetti degli edifici pubblici e privati al di fuori dei centri storici, circa 760 kmq, cui vanno aggiunte tutte le aree di manovra, parcheggio e stoccaggio“.