SAN SALVO – Il 2 dicembre scorso, le segreterie della Uglm Abruzzo e quella provinciale di Chieti con i rispettivi segretari, Domenico Amicone e Giuseppe Saraceni, nella sede di Confindustria in Val di Sangro hanno avuto un incontro con i dirigenti della Denso di San Salvo, rappresentati da Alfonso Orfanelli, Andrea Gagliardi, Francesco Barattucci per la parte aziendale e Massimo Cervellini per Confindustria.
“L’azienda – si legge nella nota diramata dal sindacato – ha comunicato che la situazione attuale è ancora fortemente critica dovuta ai volumi produttivi che continuano a subire cali di commesse, con conseguenti ripercussioni negative dei bilanci economici, resi leggermente meno pesanti da un sensibile incremento delle esportazioni nel mercato giapponese e brasiliano. Per quanto riguarda la gestione del CdE, a fine novembre, altri 18 lavoratori hanno aderito alla fuoriuscita incentivata dall’attività, ma il numero dei dipendenti in esubero resta ancora alto“.
“La Uglm, prosegua la nota – a fronte di queste criticità, esorta ancora una volta l’azienda a trovare soluzioni che diano continuità produttive nel mercato dell’auto, magari anche riconvertendo quelle lavorazioni ormai oltrepassate e che hanno, ad oggi richieste, ma sappiamo che nel corso dei prossimi anni saranno sostituiti da prodotti altamente tecnologici ed innovativi. Tutto questo, a nostro avviso, seppur rimarcando il grave ritardo nell’attuazione, lo si può avviare con percorsi mirati, seri ed efficaci di riqualificazione del personale lavorativo, motivandoli, incentivandoli a “Rimanere in azienda” e renderli partecipi in tutti i contesti produttivi e logistici di uno stabilimento che vuole riprendersi il ruolo che le compete e riaffermarsi come in passato, leader del settore“.
“Non è più tollerabile – continua l’Uglm – che agli errori gestionali degli ultimi anni, debbano essere solo i lavoratori a pagare con Cassa integrazione che, tra l’altro l’azienda e i sindacati, prossimamente, dovranno ridiscutere in quanto quella in essere è in scadenza. La Uglm denuncia ancora qualche difetto di organizzazione sullo strumento della rotazione in alcune aree produttive. Detto strumento, dev’essere chiaro poiché, specialmente nelle aree dichiarate in sofferenza, tutti i lavoratori hanno il diritto ad esercitarlo, senza creare disguidi tra colleghi. Nell’incontro, è riemerso il problema legato agli ‘esuberi‘, nota assai dolente che purtroppo dev’essere gestita con accordi tra le parti come già avviene con il CdE”.
“Questo problema, – conclude la nota – da quanto dichiarato dall’azienda perdurerà ancora. La Uglm, nel ribadire che le uscite anticipate dei lavoratori dovranno essere in un modo assolutamente indolore, ha avanzato di nuovo l’ipotesi, come già in passato aveva suggerito, del ricorso alla ‘isopensione‘ (fuoriuscita di quei lavoratori che alla data del 30 novembre abbiano raggiunto il numero di 1898 giorni lavorativi e siano nati entro il 30 giugno 1963, anticipata di 7 anni, con il versamento dei contributi previdenziali fino al raggiungimento dell’età pensionabile). Su questa ipotesi, la Uglm, farà forti pressioni, con l’azienda e nelle sedi istituzionali competenti in materia”.