VASTO – “Sono sola nella mia stanza e voglio divertirmi, mi prometti che resterà tra noi?”. In realtà, la truffa è proprio dietro l’angolo, e la vittima non è la ragazza che invia il messaggio, ma il malcapitato che lo riceve.
E’ successo a M.P., un nostro giovane lettore di Vasto, che ha sventato la truffa evitando quindi di cadere nella trappola della sextortion, o del ricatto sessuale.
Ci siamo informati, e dopo aver parlato con il nostro lettore che gentilmente ha condiviso con noi la sua esperienza, vi spieghiamo come funziona la truffa: un account Facebook falso con foto di una ragazza (spesso si tratta di un’esca sessuale), chiede l’amicizia ad un profilo di un uomo, individuato come potenziale vittima.
Una volta accettata la richiesta di amicizia, inizia il raggiro. Il truffatore si procura la lista degli amici del profilo scelto, se è possibile vederla, altrimenti cerca informazioni personali nella rete; lavoro, salute, sport, tutto ciò che può essere utile per rintracciare i contatti della vittima.
Fatto questo, il truffatore inizia a chattare con la potenziale vittima. Dopo pochi messaggi (spesso sgrammaticati), arriva la richiesta di una videochiamata. Ed è qui che non bisogna cadere nel tranello. Una volta avviata la videochiamata, la ragazza, o meglio, l’esca sessuale, compare completamente nuda e chiede al malcapitato di spogliarsi. Nel momento in cui il truffatore possiede abbastanza materiale in cui la vittima sia ben riconoscibile, la ragazza scompare improvvisamente. Il teatrino finisce e spunta fuori una richiesta di riscatto in Bitcoin. L’importo della richiesta può variare in base alla vittima. Il truffatore può chiedere pochi euro ad un ragazzino fino a spingersi ad una cifra più alta per esempio nel caso di personaggi pubblici come attori, giornalisti e personaggi di spicco. La vittima viene colta impreparata, il truffatore invia in successione tutto il materiale che può ledere l’immagine e la reputazione del malcapitato e allo stesso tempo invia la lista di alcuni amici, parenti e colleghi di lavoro che riceverebbero il materiale. Se si paga il riscatto, le richieste continueranno, se non si paga le foto verranno diffuse ai contatti che il truffatore si è procurato. Occorre quindi non farsi prendere dal panico e denunciare tutto alle autorità. In questo caso c’è poco da fare, in quanto bisogna prestare attenzione prima che la truffa si verifichi.
Per non cadere nella trappola, occorre semplicemente prestare attenzione alle richieste che arrivano sui nostri profili social, e soprattutto non bisogna mai effettuare videochiamate e fornire dati personali a persone sconosciute su internet. Un’altra buona idea può essere rendere privata la nostra lista di amici su Facebook, in modo da scoraggiare il truffatore in partenza, abbassando ulteriormente il rischio.
Anche a me è capitato ieri su instagram, mi a minacciato di inviare hai miei contatti cose mie private se non gli davo dei soldi, però lo minacciata di denunciarla, e di chiamare mio padre poliziotto, e poi ha cancellato il suo account instagram