ATRI – Prende il via l’appuntamento più sentito della città di Atri: “Li Faegn”. Mercoledì 7 dicembre, alle ore 19, l’accensione, in Piazza Duomo, di un grande falò.
Dopo la benedizione del fuoco, si osserverà la veglia, come da tradizione, per rinnovare un antico rito che oggi rappresenta la commistione tra la cultura sacra e quella profana.
Durante tutta la notte, in attesa dell’alba, la città ducale si animerà a festa con cenoni, canti, balli, musiche e riti propiziatori.
Nascerà quindi “La Notte dei Faugni”, suggestioni lontane dalle moderne e consumistiche notti bianche. All’alba dell’8 dicembre, al rintocco del “campanone” della Basilica Cattedrale, alle ore 5 del mattino, è previsto il raduno in Piazza Duomo dove, dal falò benedetto, acceso la sera precedente, verranno incendiati li “Faegn”, fasci di canne secche e ben legati tra loro.
Preceduti dalla banda cittadina, al suono della marcia “Marisa”, centinaia di persone di ogni età, abbracciando ognuna il proprio “faugno”, sfilano in corteo.
La Processione dei “Faugni” in Atri risale al periodo preromano, quando la città era la capitale del Piceno del Sud e le feste di fuochi in onore di Fauno, antica divinità pagana associata alla fertilità della terra, protettrice di pastori, greggi e agricoltura, erano organizzate in segno di purificazione e di buon auspicio per l’attività contadina.
I “Faugni” appaiono per la prima volta nei riti religiosi nel 431 d.C. con il concilio di Efeso. In seguito la cerimonia fu riproposta in occasione della traslazione della Santa Casa da Nazaret a Loreto, attuando un vero e proprio processo di “cristianizzazione” di un rito profondamente radicato nel mondo pagano. L’Abruzzo è una di quelle regioni che ha mantenuto intatta e viva la tradizione dei fuochi.