VASTO – È cominciata di buon mattino ed è tuttora in corso la riunione fiume del Consiglio comunale di Vasto. Diversi i punti all’ordine del giorno, scottanti dal punto di vista politico. Il primo nodo riguarda la trasformazione del consorzio Civeta in società a responsabilità limitata in house providing.
“Una fiction“, l’ha definita il consigliere Vincenzo Suriani di Fratelli d’Italia, una delle pagine più brutte della storia delle Assise di piazza Barbacani. Eh sì perché, tra luci e ombre, l’unica cosa che finora il Civeta fa emergere è la rottura della minoranza. L’ala rosa dell’opposizione infatti, anche nelle precedenti Assemblee sull’argomento, ha deciso di far quadrato con la giunta, permettendo oggi all’amministrazione di far passare emendamenti su emendamenti con una larga maggioranza di voti. Attimi di screzi che hanno rotto il rispetto istituzionale tra gli interventi dei consiglieri Alessandra Cappa e Vincenzo Suriani. Più volte il presidente del Consiglio, Marco Marchesani, ha dovuto usare la campanella per portare all’ordine la normale dialettica politica. L’asse dell’opposizione sul Civeta si è visto nei 4 voti, contrari, favorevoli o astenuti a seconda degli emendamenti su un totale di 22 presenti.
La discussione è cominciata con l’intervento del presidente della commissione regionale all’Ambiente, Manuele Marcovecchio, collante e grillo parlante del territorio sulla trasformazione del consorzio in srl. Il consigliere regionale Marcovecchio ha voluto innanzitutto ricordare il patrimonio finanziario del consorzio che, al contrario di quanto si possa pensare, è in attivo e gode di buona salute, anche in previsione dei 18 milioni di euro dal Pnrr per la realizzazione del biodigestore. “Il Comune di Vasto – ha detto Marcovecchio – rappresenta il 44 per cento del consorzio. Prima di lasciarlo gratis, si consideri questa percentuale“.
“Il nostro territorio – ha aggiunto il sindaco, Francesco Menna, – di fronte all’Agir (Autorità gestione integrata rifiuti urbani) è completamente scoperto come operatore economico, a meno che il Civeta non si trasformi in società di capitale. Il 2 dicembre andremo di fronte al notaio“. Altra possibilità è lasciare mano e patrimonio del consorzio (4 milioni di euro) ad altri, come ad esempio l’operatore in Val di Sangro, l’Ecolan spa. “Possiamo discutere sul numero dei componenti dell’Assemblea o del cda, ma la questione è rimandata a dopo. Oggi vi chiedo di essere responsabili“.
Ma anche sul subemendamento del consigliere Suriani che propone di estendere a 5 il numero dei componenti vastesi nel cda della neo società di capitale, il provvedimento dell’opposizione non passa e si ferma a 4 voti favorevoli e 17 voti contrari. “Rincorriamo uno Statuto illegittimo – ha replicato Francesco Prospero (FdI) – così come ce l’hanno proposto senza il parere favorevole del revisore della Corte dei conti. Oggi avete votato uno Statuto che, se impugnato, sarà ritenuto illegittimo, così come quello di Ecolan. Sulla composizione del cda, “tre componenti su 9 non possono consentire il controllo”.
“Non abbiamo alcuna alternativa se vogliamo tenerci il Civeta”, ha ribattuto Dina Carinci, favorevole anche all’emendamento 2, proposto nella riunione dei capigruppo che delega il sindaco Menna a ogni modifica di dettaglio “in detta sede” di stipula. Noi ci siamo”. “È uno dei gioielli del nostro territorio”, l’ha definito Alessandra Notaro.
La risoluzione sulla trasformazione del Civeta in società di capitale ha avuto parere favorevole (e anche scontato) dell’Assemblea sull’immediata proseguibilità.
Soddisfatto Marcovecchio che Vasto farà da guida alla nuova società e “auspico che gli altri Comuni proseguano su questa strada”. Domani tocca a San Salvo, poi Cupello e Scerni. E ricorda all’Assise nonché al sindaco che una sentenza della Corte dei conti prevede che “nella trasformazione degli enti consortili non ci sia obbligo di Consiglio, nemmeno un mandato o un’assemblea consortile”. “Abbiamo fatto – ha concluso il presidente della commissione regionale Ambiente – un percorso democratico, pulito e ammirevole. A nome della Regione, dico ‘Grazie’ a quest’Assise“.