di Fabrizio Scampoli
“Gli uomini si sposano perché sono stanchi. Le donne perché sono curiose. Entrambi rimangono delusi.” Calza a pennello l’aforisma di Oscar Wilde per commentare la proposta della Lega di istituire un nuovo bonus da destinare alle coppie che decidono di sposarsi in chiesa. Ventimila euro, per affrontare le spese degli addobbi, degli abiti, del ristorante, delle bomboniere e dei wedding planner.
La proposta contiene alcune regole: che gli sposi non superino i 35 anni, che il loro reddito congiunto non oltrepassi i 23mila euro e che siano cittadini italiani da almeno dieci anni.
L’idea leghista è stata crivellata da un fuoco di fila da destra e sinistra, tanto che è già stata modificata, e si parla ora anche di matrimonio civile, e non solo religioso. Qualcuno l’ha già definita incostituzionale, altri ritengono che la proposta sia adatta ai tempi del Papa Re, addirittura un deputato di +Europa è andato a scomodare la fascistissima tassa sul celibato.
Ma forse bisognerebbe chiedersi perché nel nostro Paese si è verificato un calo così drastico dei matrimoni religiosi e perfino civili, e perché le giovani coppie preferiscono andare a convivere senza legami ufficiali.
È difficile rispondere senza citare Bauman e la sua società moderna liquida, in cui i rapporti di ogni tipo si annacquano e gli individui, maschi e femmine, tendono a preferire lo status sociale di single e gli amori “liquidi”.
Ecco, forse ormai è davvero troppo tardi per una proposta che non trova condivisione sociale e, probabilmente, nemmeno nella Chiesa: ci si preoccupa soprattutto, ovviamente, di quelli che si sposeranno solo per arraffare e dividere il bonus, per poi tranquillamente separarsi.
Sui social, inoltre, in questi giorni impazzano meme e vignette che sbeffeggiano la proposta leghista, e questo dovrebbe essere sufficiente per fare comprendere quanto il provvedimento sia lontano dal sentire comune.
E torna alla memoria il perentorio suggerimento del bravo al povero don Abbondio nei Promessi Sposi: “Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai“. E se lo dice pure Manzoni…