A spasso nel tempo è la nuova rubrica sportiva di Zonalocale: un vero e proprio tuffo nel passato sui momenti più rappresentativi del nostro territorio. Allenatori, dirigenti ed ex atleti realizzeranno con Emanuele Fiore il proprio mosaico di ricordi.
VASTO – Ventisette anni fa l’esordio sulla panchina della Pallavolo Vasto. Da allora, una grande storia d’amore. Tra Mario Baiocco e il volley non ci sono segreti. La passione è l’arma vincente. Oltre sei esperienze in giro per l’Abruzzo, tra le quali, una storica militanza nella San Paolo.
Cresciuto in una famiglia di sportivi – suo padre Giuseppe è stato presidente degli anni d’oro della Pro Vasto – l’attuale coach della Vasto Volley (Prima Divisione) ha allenato diversi personaggi che hanno contribuito ad arricchire il suo bagaglio di ricordi.
Mario Baiocco, a quando risale il primo approccio con la pallavolo?
All’età di tredici anni, insieme ad alcuni amici, mi recavo alla Frana (Parco Attrezzato delle Lame) per osservare i ragazzi della pallavolo maschile. C’era un campo in terra rossa sul quale giocavano gli atleti della SICAP. Ne facevano parte, per citare qualcuno: Paolo Matassa, Ettore Marcovecchio, Maurizio Molisani, Mauro Sambrotta, Francesco Parente.
Da qui il passaggio alla Vasto Volley.
Sì, al primo anno delle scuole superiori. In quegli anni il Liceo Classico ospitava lo Scientifico ed eravamo tutti insieme; noi, lo Scientifico, al piano rialzato e loro, il Classico, al primo piano. Sotto la guida di Ettore Marcovecchio, con l’aiuto di Francesco Parente e con Peppino Bosco presidente, fondammo la Vasto Volley. A parte il sottoscritto e i già citati Ettore e Francesco, c’erano: il compianto Mauro Florio, Luigi Nuzzo, Antonio del Casale, Marco Serafini, Giancarlo Lepidi, Rocco Romagnoli, Carlo Sgrignuoli, Lucio Di Fonzo, Franco Guerrera.
Al nucleo originario si aggiunsero: Peppe Spatocco, Franco Tenisci, Ferdinando Di Marco, Antonio Di Fabio, e via via Palmo Novielli, Umberto Palazzo, Giuseppe Del Fra con l’inseparabile Adamo Fiore, altro angelo andato via troppo presto. Prima Divisione, ma soprattutto Serie D e Serie C-2. Non durò molto, ma fu intenso. I ricordi più belli, forse, quelli legati all’Under 18, contro i corrispettivi di Chieti e Lanciano, grandi realtà a quei tempi.
Poi la decisione di allenare.
Iniziai con il calcio. Due anni alla Vastese, vittoria nella categoria Esordienti. Poi fu la volta della PGS, e qui, oltre alla vittoria con gli Esordienti, anche la finale di Coppa Abruzzo Giovanissimi al Sant’Anna di Chieti, contro l’Alba Adriatica. Il calcio è fatto strano, si sa. Non mi ammisero ai corsi per tecnici, perché il mio curriculum da calciatore era inesistente. Quindi la mia avventura terminò lì, nonostante avessi seguito i ragazzi dalla categoria Pulcini fino ai Giovanissimi, e la Rappresentativa Abruzzese schierasse in campo dal primo minuto sei miei giocatori.
Così arrivò la pallavolo.
Sì, coinvolto dall’amico di sempre, Mauro Florio, che quasi mi obbligò ad intraprendere questo percorso. Lì c’erano meno restrizioni. In passato avevo giocato, la passione di allenare era rimasta, quindi accettai. Ho fatto tutta la trafila fino al Terzo Grado.
Tra le tante squadre allenate, qual è il gruppo che ti ha regalato maggiori soddisfazioni?
Tra le più belle soddisfazioni, il terzo posto, con la possibilità di salire in B-2 fino a tre turni dalla fine del campionato, con la Vasto Volley, stagione 2000-2001. Gran parte del merito fu del mio predecessore, l’amico Mauro Florio, tecnico della Prima Squadra e campione regionale Under 18, che venne a mancare proprio una settimana prima dall’inizio del campionato. Che il Cielo l’abbia sempre in Gloria.
Precedentemente avevo allenato la Pallavolo Vasto, prima esperienza in panchina, in Prima divisione e in Serie D. Quindi Serie C femminile a Pescara con il Santo Stefano e giovanili dell’allora Histonia Volley, del presidente Maurizio Colangelo, squadra che vide esordire in Under 14 un altro indimenticabile ragazzo, poi finito sotto le macerie della Casa dello Studente a L’Aquila: Davide Centofanti.
Dopo la Vasto Volley ho vissuto una bellissima avventura a Fossacesia, che porterò sempre nel cuore, una nuova stagione con la Pallavolo Vasto, questa volta in C femminile, e la Magica Team del compianto Giuseppe Diella, Serie D maschile e femminile. Un’altra esperienza con la Vasto Volley in Prima Divisione e poi la fusione con la San Paolo.
Proprio nella San Paolo Vasto Volley hai militato per tredici anni. Dal 2006 al 2018: qual è stato il segreto di questo rapporto così lungo?
Con la San Paolo sono rimasto tanti anni e ho vissuto le più grandi soddisfazioni. Fondamentale il contributo di Francesco Franco De Vitis, vero e proprio cuore della società del presidente Salvatore Palombino. Dal minivolley alla prima squadra. Seconda divisione, Prima divisione, Serie D (tante belle salvezze sempre con la squadra più giovane di tutti i campionati regionali) e, soprattutto, settore giovanile: due finali provinciali Under 14, con due gruppi diversi, una finale provinciale e un terzo posto regionale Under 16, una semifinale provinciale Under 18. Anni molto belli. Il segreto di un rapporto così duraturo si spiega con una frase: la San Paolo Vasto Volley non era semplicemente una squadra, era una famiglia. La squadra del cuore? Tutte quelle che ho allenato, con un posto speciale per la San Paolo e per la mia attuale squadra, la Vasto Volley Prima Divisione.