L’AQUILA – “Diventa sempre più profondo il rosso della sanità regionale. In soli quattro anni di governo del centrodestra il deficit delle 4 Asl abruzzesi si assesta fra i 200 e i 300 milioni di euro, arrivando a rappresentare il 10% circa del Fondo sanitario regionale. È rimasta totalmente a zero la programmazione del comparto: da tre anni l’Abruzzo non ha né piano né rete sanitaria. Una situazione allarmante, destinata inevitabilmente a ripercuotersi sulla comunità, in termini di qualità e offerta sanitaria e anche dei servizi, non a caso, oltre lo stallo che denunciamo ormai da 18 mesi, c’è la crescente mobilità passiva che porta e porterà sempre più abruzzesi a curarsi fuori regione”. Lo scrive in una nota il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, commentando i dati emersi dalla relazione delle Asl sul debito della sanità regionale.
“È soprattutto la sanità del futuro a farne le spese – rimarca Paolucci –. Un quadro più chiaro lo avremo una volta viste le carte intercorse fra Regione, Ministero e dipartimento alla Salute in merito alla nuova Rete ospedaliera della Regione Abruzzo, che da ben otto mesi chiediamo insistentemente alla presidenza del Consiglio regionale con accesso agli atti e che altrettanto insistentemente e ingiustificatamente ci vengono negate. Intanto sul territorio la situazione è peggiore di giorno in giorno: nelle Asl non si compra più nulla e lo dimostrano le varie proteste, ultima, solo in ordine di tempo, quella a L’Aquila per denunciare carenze di personale e di dispositivi, come la mancanza dei cateteri venosi che ha persino fermato l’attività della Radiologia interventistica ad Avezzano. Non si affronta l’endemico sovraffollamento dei Pronto soccorso, sempre più trincee per medici, personale sanitario e pazienti e si tagliano sempre di più i servizi di emergenza alle aree interne, lasciando così scoperto il diritto alla tempestività della cura che tutti devono avere”.
“E ciò nonostante la mole di risorse anche ereditate che questo governo regionale ha avuto e ha per programmare: solo nel triennio attuale, 300 milioni ulteriori di fondi correnti, più le risorse del Pnrr e gli oltre 400 milioni per l’edilizia sanitaria che la maggioranza ha deciso coscientemente di ibernare, in assenza dell’adozione degli atti di programmazione, trovandosi oggi con un deficit che va ben oltre il limite di legge e con il rischio di un nuovo commissariamento. I 200 milioni di deficit sono infatti già il 10% del Fondo sanitario regionale, bisogna stare entro il 5% per evitare di finire di nuovo commissariati oppure, come forse accadrà, chiedere indulgenza politica per non arrivarci di nuovo”, conclude il capogruppo Pd.
“Lo spettro del commissariamento per la sanità pubblica abruzzese è dietro l’angolo. Nelle previsioni dei conti Asl, che sprofondano verso un buco stimato di 200 milioni di euro o più, viene fuori tutta l’incapacità della Regione Abruzzo a trazione centrodestra di gestire la sanità regionale“, sostiene il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Francesco Taglieri. “Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno navigato a vista per 42 mesi: nessun atto di programmazione reale, nessun piano sanitario, nessun piano territoriale. Zero visione e ottimizzazione delle risorse. Il risultato è un servizio scadente ormai sotto gli occhi di tutti e un enorme disavanzo che, in un modo o nell’altro, dovrà essere sanato. Il rischio concreto è quello di vederci nuovamente commissariare la sanità. Ora ci sarà la corsa per attuare misure di rientro che, nella vita reale, si tradurranno in ulteriori tagli a personale e servizi. Manovre di lacrime e sangue, quindi, dove a farne le spese saranno, come sempre, gli utenti finali”.
“Alcune segnalazioni che ci sono pervenute – incalza Taglieri – ci raccontano di circolari interne per gli operatori del Cup in cui viene fatto divieto di dire ai cittadini che non ci sono calendari disponibili per alcune visite diagnostiche, ma bisogna solo comunicare l’impossibilità di prenotare per mancanza di disponibilità nel breve periodo. È inaccettabile che chi viene pagato per dare risposte e trovare soluzioni, invece si riduca a trovare escamotage mettendo in difficoltà operatori e personale che devono avere a che fare con l’utenza che, a ragione, è sempre più arrabbiata“.
“Ora mi aspetto – conclude il capogruppo M5S – risposte immediate su come intendono procedere per sanare questo ‘buco di incapacità’ di oltre 200 milioni: se i fondi dovranno arrivare dal governo o dovranno essere effettuati ulteriori tagli a servizi, personale, strumentazioni. Purtroppo questa giunta continua ad agire nella nebulosità più totale. I carteggi tra il Ministero e dipartimento alla Salute in merito alla nuova Rete ospedaliera in Consiglio non sono mai arrivati. Alle chiacchiere di questo centrodestra non ci crede più nessuno. L’inversione di rotta deve essere immediata, perché l’iceberg è già troppo vicino. Ora devono almeno limitare i danni“.