LANCIANO – Dora Anna Bendotti, componente della coalizione di Lanciano in Comune ha dichiarato in una nota che “non è nostra abitudine, mia e del gruppo che rappresento in Consiglio comunale, strumentalizzare e utilizzare fatti e situazioni sociali che avvengono sul nostro territorio per poter far politica, ma ci chiediamo cosa stia facendo la politica cittadina per ridurre il costante e ripetuto disagio“.
“Fatti di ‘malessere’ e ‘disturbi’ sociali sono diventati all’ordine del giorno – scrive nella nota – dalle tristi storie di solitudine e abbandono, a disagi psichici ‘non ascoltati’, di giovani presi da raptus violenti contro sé stessi (come ad esempio il caso del ragazzo lanciatosi dalla finestra dell’ospedale nel reparto di Psichiatria) o verso gli altri (come il ragazzo che con la sua auto correva all’impazzata lungo corso Trento e Trieste) o anche come l’episodio solo dell’altro giorno, in pieno centro, accaduto tra un ragazzo ‘conosciuto’ per i suoi disturbi e un innocente cittadino, e non per ultimi i fatti di vandalismo in città”.
“Il dovere e le responsabilità che quotidianamente un’amministrazione sono tenuti a portare avanti – attraverso il settore sociale – sono concetti e azioni costanti, domande a cui trovare risposte nell’agire con concretezza e prontezza in merito queste tematiche. Ad oggi, quali sono le strategie e le risoluzioni messe in campo in maniera concreta e rapida dalla giunta Paolini? Sento parlare solo di installazioni di telecamere, dell’ampliamento del raggio di controllo, ma qual è l’approccio umano e professionale e anche pratico dedicato a questa delicata tematica? Si può davvero pensare di poter risolvere il problema con ‘occhi meccanici’?”, chiede Bendotti.
“Muoversi nell’ambito sociale – precisa – non significa solo deliberare atti, scorrere liste di attesa e istituire nuove realtà di consulenza, ma significa creare opportunità di aggregazione e di vicinanza, significa avere orecchie e occhi attenti per captare tutte quelle silenziose situazioni che si nascondono dentro le mura domestiche delle nostre famiglie. Mi piacerebbe sentirmi al sicuro non solo attraverso un potenziamento della vigilanza ma anche protetta e tutelata da una serie di professionisti ed istituzioni che hanno a cuore il benessere psichico di tutti, soprattutto dei più fragili”.
“Il piano dei servizi sociali è pronto per essere presentato alla Regione ma non basta. Così come non bastano le risorse stanziate, sempre troppo poche e in ritardo. Serve un’attenta presenza e vigilanza, una continua relazione con la rete sociale territoriale e la casa comunale, serve che tutte le realtà del Terzo settore parlino, interagiscano e non si ‘facciano la guerra’. Tutti dobbiamo arrivare a un obiettivo comune, ovvero rendere la nostra città a misura di tutti”, conclude la nota.