VASTO – “Gli eventi di queste ultime estati nell’utilizzo delle Riserve naturali del Vastese hanno confermato l’assoluta necessità di modificare la gestione del patrimonio ambientale fragile e protetto del nostro territorio. È nota, a riguardo, l’intenzione di unificare la gestione delle due Riserve regionali di Punta Aderci e di Marina di Vasto“. Lo dichiara con una nota Edmondo Laudazi di Il Nuovo Faro.
“La stessa amministrazione comunale – gestore istituzionale – , sembrerebbe quindi aver deciso di riassumere con forza il proprio ruolo di programmatore dello sviluppo ambientale, affiancandosi all’attività delle associazioni ambientaliste che, al di là della buona fede e dell’indubbia perizia di progettazione, segnalazione e di controllo, hanno purtroppo dimostrato nel tempo sia di non avere rilevanti capacità economiche e di gestione sia di tollerare persino delle comportamentalità che contrastano con l’utilizzo proprio del patrimonio vincolato, spesso aggredito dall’assalto incontrollato dei turisti visitatori”, sostiene Laudazi .
“Tutto gratis per tutti – prosegue la nota – . Ci hanno ovviamente dato anche una ‘medaglia’ di merito, costata però migliaia di euro che sono stati investiti ogni anno, senza ritorno economico e addirittura con comportamenti che hanno messo a rischio sia la consistenza degli ambienti fragili sia l’incolumità fisica dei cittadini e dei frequentanti” .
“Tutto gratis per tutti – aggiunge – , ma non un adeguato parcheggio organizzato, un’area camper, un bagno efficiente, delle tratte rompifuoco, una rete antincendio efficace, delle vie di fuga segnalate. Molto disordine e confusione, sotto la luce accecante del bello che la natura ci ha dato e senza alcuna manutenzione. Con la sola sostituzione dei pastori transumanti e delle loro greggi, con i branchi di cinghiali, i lupi e gli altri animali selvatici d’importazione”.
“Non va bene, afferma Laudazi. Non può andare bene. Occorrono, invece, investimenti concreti e servizi funzionanti, per valorizzare il territorio protetto e il connesso brand turistico-ambientale. Per queste ragioni, se l’amministrazione ha deciso di cambiare registro, lo faccia seriamente mettendo a gara l’affidamento dei servizi delle Riserve vastesi, con un progetto di sviluppo e non con il solito bando ‘tipo’ orientato al target delle associazioni ambientaliste che esclude ogni altro interessato, ma con un bando esplorativo che possa selezionare e preferire il contributo offerto da possibili partners e da associazioni di categoria economica e imprenditoriale locale, che possano effettivamente investire sul territorio, disponendo delle necessarie risorse e rendendo effettivamente produttivo e non parassitario il nostro pregevole territorio”.
“In caso contrario, -conclude – nonostante le buone intenzioni di cambiamento, ci si limiterà solo a ridurre il dissenso e la concorrenza tra le associazioni ambientaliste coinvolte nelle riserve vastesi, ma a parità di fattori e senza investimenti, il risultato finale sarà il medesimo. Insufficiente come quello odierno”.