VASTO – Il caso di Jois Pedone, il 20enne il cui corpo è stato recuperato in mare il 22 agosto scorso nei pressi di un trabocco, torna di nuovo nella trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto” (puoi vedere la puntata a questo link).
In studio con Federica Sciarelli ci sono Pia, la nonna di Jois, e Rino, lo zio, per gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda, e quanto scaturisce dalla puntata è davvero inquietante. Innanzitutto si torna a parlare del gruppo chat “I figli della luna” cui apparteneva Jois. Nel corso della puntata viene infatti trasmessa l’intervista a una ragazza appartenente alla chat, che ha scelto di comparire a volto coperto, la quale rivela l’esistenza di un secondo gruppo chat a cui Jois era iscritto e nel quale figurava una donna chiamata “la sacerdotessa“.
Si punta poi l’attenzione anche sul patto di sangue, di cui si è già parlato nelle puntate precedenti (vedi link), a causa del quale sembra che il ragazzo provasse una sorta di dipendenza dal gruppo a cui apparteneva. Ma la novità più inquietante consiste nella testimonianza di un pescatore che parla di un falò che sarebbe stato fatto a Punta Penna la notte del 22 agosto e di cui resterebbero ancora le tracce: una notte particolare, rivela zio Rino, nella quale “il calcolo delle fasi lunari era al massimo della potenza per poter esprimere un rituale”. E l’ipotesi è che quello stesso falò sia servito per arroventare il ferro con cui sarebbe poi stata marchiata la “Z” rinvenuta sul collo di Jois.
L’ultimo mistero è quello riguardante la sabbia contenuta nel borsone legato alla caviglia di Jois e adoperato come zavorra: il materiale in questione, infatti, potrebbe non provenire da Punta Penna. Presto le analisi sui campioni prelevati sveleranno la verità su questo punto.





