ROMA – Un tempo, specie nei paesi, costituiva una delle poche alternative all’agricoltura o alla pastorizia. Poi il mestiere di sarto, grazie all’evoluzione tecnica e all’alta dose di creatività, è diventato simbolo indiscusso del “Made in Italy” nel mondo. Una schiera di “nomi” provenienti soprattutto dalla provincia italiana sono diventati invidiati emblemi universali dell’eleganza, della classe, dell’estro e del gusto del bello.
Uno di questi è Sebastiano Di Rienzo, nato a Capracotta (Isernia), il paese dei sarti, nel 1940. Sin da ragazzo coltiva la passione per la moda e comincia a lavorare come apprendista nella bottega del sarto più conosciuto del paese, Giovanni Borrelli. Giovanissimo arriva a Roma e lavora alla sartoria di Angelo Piccioni. Dal 1959 presta la sua opera nell’atelier di Valentino e un anno dopo diventa tagliatore modellista della celebre casa di moda. A soli 23 anni apre la propria sartoria a Roma ed allarga le proprie esperienze, frequentando corsi di figurinista e costumista.
“Dopo una fase in cui la sartoria ha ceduto il passo al prêt-à-porter, da qualche anno si registra un ritorno dell’abito confezionato su misura, con molti ragazzi che associano questo affascinante mestiere al proprio futuro. Una specializzazione che richiede molta formazione, alle prese con la conoscenza dei tessuti, con l’abilità nel prendere le misure, realizzare disegni, effettuare tagli, cuciture, asole e sottopunti, imbastire, padroneggiare il confezionamento e ovviamente saper sfruttare e affinare la propria creatività”, fa sapere Di Rienzo, oggi direttore della scuola dell’Accademia nazionale dei sartori.
“L’Italia in questo settore resta leader nel mondo ed è necessario non disperdere questo patrimonio perché soltanto chi affonda le radici nel passato può comprendere l’importanza del futuro – spiega Gaetano Aloisio, presidente dell’Accademia, punto di riferimento associativo e formativo del settore grazie alle 130 sartorie aggregate e ai 450 anni di storia, essendo nata nel 1575 a Roma su impulso pontificio.
L’Accademia da anni promuove una propria scuola finalizzata alla formazione, supportata anche da numerose borse di studio. “La nostra generazione ha caratterizzato il rilancio economico del Paese nel secondo dopoguerra, rendendo l’abilità artigianale italiana un patrimonio mondiale. Oggi c’è la necessità che una nuova schiera di ragazzi erediti questo patrimonio di tecniche e di immagine”, conclude Di Rienzo.
Per informazioni: Accademia nazionale dei sartori di Roma, tel. 06.42872259, [email protected].