ORTONA – “Le vongole sono le sentinelle del mare“, dice a Zonalocale Maurizio Angotti, presidente del Cogevo frentano, l’associazione dei vongolari della costa teatina.
Alla fine degli anni Novanta, inizio Duemila, il gruppo si stacca dal Cogevo Abruzzo per tutelare il prodotto vongola perché “è una risorsa” per il territorio e “una garanzia per i consumatori”.
Non ci sta il presidente dell’associazione a leggere le considerazioni di Italia Nostra in merito alla presenza di vongolare nel mare di Vasto.
“Si tratta di vongolare che non stanno pescando ma monitorando la crescita dei molluschi“, controllo che effettuano periodicamente.
“Il Cogevo frentano – spiega Angotti – comprende 21 imbarcazioni per la pesca delle vongole. Si tratta di un consorzio a numero chiuso che opera tra Francavilla al mare e Montenero di Bisaccia, nel Molise“.
Sono finiti i tempi di trent’anni fa quando si vedevano vongolare dal numero indefinito nelle acque dell’Adriatico.
La normativa che regola questo tipo di pesca è di competenza del ministero delle Politiche agricole e dell’Unione europea. Ed è severissima.
“Il nostro lavoro – spiega Angotti – consiste anche nel controllare la qualità della vongola e il rispetto dell’ambiente. Le nostre barche ospitano veterinari e rappresentanti dell’istituto zooprofilattico, Cnr e tecnici Asl per fare campionature d’acqua sia del mare sia quella presente all’interno del mollusco“.
“La classificazione del tipo d’acqua marina, la nostra è di tipo A, al 90 per cento è merito nostro“, aggiunge Angotti.
Le foto cui fa riferimento Italia Nostra si riferiscono “sicuramente” al monitoraggio della giusta grandezza delle vongole. “È impossibile che cinque imbarcazioni stiano tutte insieme a pescare nella stessa area, anche perché adesso sono ferme in porto“, precisa il presidente Cogevo. Forse tornano a pescare a dicembre.
La normativa a Vasto è seguita dalla Capitaneria. “Esiste il limite rigido dei 550 metri dalla riva. Chi non lo rispetta ha una sanzione che va dai duemila ai seimila euro e il sequestro dell’attrezzatura”.
“Nelle foto le barche si vedono vicine ma sono al di là dei 550 metri. Piuttosto il grave problema per il settore – conclude Angotti – riguarda gli abusivi“.
Non so la distanza dalla riva in questo caso, ma quando mi recavo al lavoro da Vasto ad Ancona ne vedevo di vongolare a gruppi a 50-100 metri dalla riva! Le turbine distruggono tutto, hai voglia poi a lamentarti!