VASTO – “Un film già visto, l’eterno ritorno di vuote promesse, dopo tre anni e mezzo per il nuovo ospedale siamo ancora in fase di progettazione. L’assessore Verì ha nuovamente buttato fumo negli occhi dei vastesi promettendo investimenti per l’ospedale San Pio e una non meglio specificata progettualità per il nuovo nosocomio di Vasto”. Lo fa sapere con una nota il consigliere regionale, Pietro Smargiassi (Movimento 5 Stelle), dopo la visita dell’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, all’ospedale di Vasto.
“La realtà – prosegue Smargiassi – è che si continuano a sbandierare misure spot e investimenti che non tengono minimamente in considerazione i reali bisogni del nostro territorio, mentre i vastesi subiscono la mancanza di alcuni servizi essenziali che potrebbero fare realmente la differenza. Non si può continuare a parlare di situazioni pregresse dopo tre anni e mezzo di gestione fallimentare della nostra sanità, sperando forse che i cittadini non si accorgano di nulla. Vasto ha già bocciato su tutta la linea l’operato dell’assessore Verì e della Lega”.
“Mi sarei aspettato – precisa il consigliere regionale vastese – che fossero date maggiori certezze sull’arrivo di nuovi medici, sulla situazione di alcuni locali fatiscenti del presidio ospedaliero, oppure sull’acquisto di holter pressori, macchinari dal costo ridotto che potrebbero aiutare moltissime persone, ma che al momento non è possibile richiedere perché l’ospedale sembra esserne sprovvisto. Com’è possibile stanziare oltre tre milioni di euro per il presidio ospedaliero e non riuscire a trovare meno di duemila euro per l’acquisto degli holter pressori“?
“Come sempre – ancora Smargiassi – si è preferito fare annunci con la telecamera nei reparti di eccellenza, con la volontà probabilmente di far passare in secondo piano le situazioni dove ci sono le effettive carenze di organico: come nel caso della Rianimazione, o del numero ridotto all’osso degli anestesisti; nessuna parola poi è stata spesa sul reparto di Ortopedia, per raccontare come si intende affrontare la situazione disperata dei pochissimi ortopedici presenti; nessun passaggio in Neurologia per spiegare perché un malato grave che ha bisogno di una Tac deve aspettare un solo ascensore che viene utilizzato come punto di deflusso per pazienti, defunti, biancheria o vivande“.
“Le criticità sono molte – conclude Smargiassi – ma a quanto pare manca la volontà politica di porvi rimedio, come nel caso dello spirometro nuovo di cui non si sa neppure se sia mai arrivato a Vasto e se quello arrivato da un altro presidio sia stato sistemato; oppure della mancanza di una cucina che soddisfi le esigenze del presidio o di un tavolo anatomico in acciaio per l’obitorio, la cui mancanza rende necessari viaggi da Vasto a Chieti per l’autopsia, una condizione che aggiunge ulteriore dolore alle famiglie dei defunti. La situazione continua ad essere al limite e non si vede la fine del tunnel”.