VASTO – In questi giorni sono tornate. Leggiadre, suggestive, quasi poetiche ma sicuramente dannose per il fragile ecosistema marino del golfo di Vasto. Da giorni, infatti, si aggirano nello specchio delle acque vastesi le temute vongolare, che fanno man bassa dei preziosi molluschi locali per poi rivenderli a caro prezzo probabilmente sui mercati pugliesi.
Nonostante le segnalazioni alla guardia costiera, risulta difficoltoso contrastare questo fenomeno, che impoverisce e danneggia i fondali marini di Vasto.
“Negli ultimi giorni sono aumentate – spiega Davide Aquilano, presidente Italia Nostra del Vastese – le segnalazioni relative a vongolare che si avvicinano troppo alla riva. Sono passati poco più di due anni da quando come associazione siamo intervenuti pubblicamente per segnalare l’annoso problema del comportamento scorretto, se non illecito, delle vongolare. Sta di fatto che, nelle prime ore del giorno, le vongolare continuano ad avvicinarsi minacciose alla riva, molto probabilmente ad una distanza di gran lunga inferiore alle 0,3 miglia dalla costa (circa 600 metri) consentite dalla legge. Sono inoltre numerose e, si sa, la quantità è un fattore fortemente impattante sul piano della tutela degli habitat marini”.
Il mancato rispetto della normativa vigente – già di per sé grave – crea seri problemi agli ambienti sottomarini, perché la pesca alla vongole si svolge attualmente nel mare Adriatico centrale con mezzi dotati di draga idraulica o turbosoffiante, che penetra nel fondale marino e sradica le praterie sommerse con tutti gli organismi che vi abitano. Si tratta di un tipo di pesca ad alto impatto ambientale, che distrugge le praterie sommerse provocando la morte degli ambienti dove si riproducono molte specie ittiche, i cosiddetti ‘asili nido’ del mare.
Queste praterie sommerse non hanno però solo questa importante funzione, fondamentale anche a fini economici, ma proteggono le spiagge dalle mareggiate, rallentando la forza delle onde, aiutano il ripascimento naturale delle spiagge, assorbono l’anidride carbonica e le sostanze inquinanti, depurando l’acqua marina che risulta quindi più trasparente ed apprezzata dai bagnanti.
Nei periodi in cui le vongolare raschiano i fondali sottocosta, il mare diventa torbido e “pieno di alghe” nelle acque e sulla battigia, deturpando il bene più prezioso che abbiamo in questa stagione: le spiagge dorate e l’acqua cristallina. Ogni cittadino può segnalare alla guardia costiera eventuali infrazioni.
“Come associazione – conclude Aquilano – pretenderemo che la politica si attivi al fine di limitare drasticamente i danni provocati all’ambiente e al turismo dall’attuale modalità operativa delle vongolare, garantendo al tempo stesso delle valide alternative agli operatori del settore”.
Ma le guardie costiere non ci vedono? Fanno multe astronomiche ai singoli che raccolgono cozze e non vedono le flotte di vongolare? Questa e’ connivenza.