LANCIANO – Licenziato due volte, nel 2009 e nel 2019, e ora si è incatenato davanti al tribunale di Lanciano. Andrea Buresti, 45enne di San Salvo, è un ex lavoratore della FCA che la prima volta è stato licenziato per aver esercitato il diritto di sciopero, ma le contestazioni da parte dell’azienda sono state ritenute illegittime dal giudice e così, grazie ad un ricorso d’urgenza, Buresti è tornato a lavoro dopo quattro anni. Scoprendo però che le condizioni erano cambiate.
“Invece che riassumere la sua mansione di capoturno, si è trovato a dover svolgere lavori dequalificanti come la verniciatura di alcuni paletti situati all’esterno dello stabilimento e la verifica della pressione dell’olio. Così ha iniziato ad avvertire un senso di inutilità e nel 2019 è arrivato il secondo licenziamento perché si è rifiutato di svolgere determinate mansioni per le quali, in effetti, non era stato formato – dice a Zonalocale il legale di Buresti, l’avvocato Marialucia D’Aloisio -. La causa che si è tenuta oggi è di risarcimento a diverso titolo: per demansionamento, per inattività dovuta al fatto che non è stato immediatamente reintegrato e quindi ha perso professionalità in questi 4 anni, per richieste di differenze retributive perché ha svolto delle mansioni superiori in precedenza e quindi, a nostro giudizio, ha diritto ad ottenere una qualifica superiore e le relative differenze retributive. Stiamo parlando di una causa che comprende la richiesta di 200mila euro di risarcimento”.
Nella giornata di oggi sono stati ascoltati alcuni testimoni, ma si tornerà in aula l’11 gennaio perché, dice l’avvocato D’Aloisio, “si tratta di una causa piuttosto articolata, dal momento che sia da parte nostra che da parte dell’azienda sono stati indicati numerosi testimoni. E quindi forse non si tratterà neanche dell’ultima udienza”.
E intanto Buresti staziona da questa mattina davanti al tribunale, minacciando lo sciopero della fame dal momento che, non percependo più lo stipendio, si trova in gravi difficoltà economiche.