ABRUZZO – “I dati dei primi semestri degli ultimi quattro anni raccontano molto bene l‘emergenza morti sul lavoro nel nostro Paese. Una scansione tragica della nostra Penisola che evidenzia come – nonostante gli appelli ad una maggiore diffusione della sicurezza sul lavoro da parte di illustri cariche istituzionali, politica e sindacati – nulla sia cambiato e nulla stia cambiando. Perché in Italia si continua a morire ogni giorno”.
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre non ha dubbi sui contorni drammatici della situazione in Italia nei primi semestri degli ultimi quattro anni: dal 2019 al 2022. Per individuare le regioni in cui il rischio di mortalità dei lavoratori è maggiore, l’Osservatorio ha calcolato l’indice di incidenza di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa – cioè il rischio reale di morte – elaborando una mappa che divide il Paese a colori proprio come accaduto in tempo di Covid.
E’ scaturito così il dato: la maglia nera in Italia negli ultimi quattro anni spetta al Molise che è sempre rimasto in zona rossa dal 2019 al 2022. Seguito dal Trentino Alto Adige – in zona rossa negli ultimi due anni – e dall’Abruzzo in zona rossa dal 2019 al 2021, in giallo nel 2022.
Nei semestri considerati il rischio più elevato di morte viene rilevato tra gli over 65, con un’incidenza di mortalità sempre sopra la media nazionale. Significativa, inoltre, l’incidenza di mortalità tra i giovanissimi (15-24 anni) più che tra i trentenni.
Altra importante rilevazione riguarda i lavoratori stranieri, perché il rischio per loro è più elevato in tutto il periodo considerato e questo vale sia per gli infortuni mortali in occasione di lavoro che per quelli in itinere.
E se vi chiedete quale sia il giorno “nero” della settimana per i lavoratori italiani… è il lunedì, giorno in cui, purtroppo, si è verificato il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro.