VASTO – Ultima udienza domani alle 9 al tribunale di Vasto per il processo nato a seguìto dell’inchiesta sulla diga di Chiauci.
L‘invaso del fiume Trigno ha una portata potenziale di 15 milioni di metri cubi , oggi ridotta a 4. Dal 1922 se n’è cominciato a parlare per portare acqua a una parte del Vastese e del Molise. I lavori sono cominciati nel lontano 1985 e la diga è stata parzialmente inaugurata il 4 aprile 2011.
Finora sono stati spesi 124 milioni di euro per quest’opera incompiuta. Secondo il gip che ha dato il via al processo, sarebbe stata necessaria una gara pubblica, ma ciò non fu fatto. Il Consorzio di bonifica Sud di Vasto affidò i lavori ad alcune imprese per non perdere il contributo di 10 milioni di euro.
Rinviati a giudizio il direttore del Consorzio e in concorso i tecnici e gli imprenditori che ci hanno lavorato. Prosciolto invece l’ex commissario del Consorzio, accusato d’abuso d’ufficio, perché il fatto non sussiste.
Il procedimento vede imputate in tutto 8 persone accusate a vario titolo di peculato, abuso d’ufficio, appropriazione indebita per indennità di rimborso e spese non dovute.
Su decisione del presidente del tribunale di Vasto, Bruno Giangiacomo, e dei giudici Elisa Ciabattoni e Rosanna Buri, nel corso della precedente udienza due imputati hanno chiesto di essere ascoltati.
Domani invece ci saranno le battute finali. I difensori faranno le loro arringhe, poi le conclusioni del pubblico ministero Vincenzo Chirico. In tarda serata è attesa la sentenza del tribunale collegiale.
In aula i legali di difesa sono: Pierpaolo Andreoni, Antonino Cerella, Rosalba Maselli, Arnaldo Tascione, Giuliano Milia, Consuelo Di Martino, Italo Colaneri, Giovanni Bora e Michele Leale.