L’AQUILA – “Se si analizzano gli ultimi rapporti pubblicati dal Gse (Gestore dei servizi energetici) sulle fonti rinnovabili attivate in Italia, si scopre che l’Abruzzo si posiziona verso il fondo della classifica, 17esimo posto, delle regioni per energia prodotta da sole, vento e acqua”. Lo dichiara con una nota il vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari (M5S).
“Eppure nella situazione attuale in cui versa l’Italia, – spiega Pettinari – con una grave crisi finanziaria scaturita soprattutto dall’aumento spropositato delle componenti energetiche, le Regioni dovrebbero impegnarsi a incentivare lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili e dovrebbero farlo attraverso la messa in campo delle importanti risorse messe a disposizione da Pnrr e Fesr 2021-2027“.
“La situazione che si evince dal grafico relativo alla produzione – precisa – vede la Regione Abruzzo posizionarsi addirittura terzultima, al 17° posto, con una produzione pari al 2,3% di quella prodotta sul territorio nazionale”.
Anche dal rapporto relativo al solare fotovoltaico 2021 non arrivano buone notizie. Realizzati 1.688 impianti, uno dei più bassi numeri di nuove installazioni. Di conseguenza anche nella produzione di energia elettrica da fotovoltaico l’Abruzzo si posiziona verso il fondo della classifica, con solo il 3,6% della produzione Italiana. Ci sono regioni che da sole producono il 9% del totale italiano come il Veneto o il 10,2% della Lombardia o il 15,5% della Puglia“, sottolinea il vicepresidente del Consiglio regionale.
“Fanalino di coda anche per quanto riguarda i sistemi di accumulo, cioè gli impianti in grado di immagazzinare l’energia prodotta per poi utilizzarla in momenti di maggiore fabbisogno”.
Davanti a questi numeri, la Regione “avrebbe dovuto predisporre un piano di potenziamento. Nello specifico – ribadisce Pettinari – nella proposta per il Pnrr, l’Abruzzo ha previsto un solo progetto dedicato a incentivare l’installazione di impianti fotovoltaici su cave dismesse, con una previsione finanziaria di 5 milioni di euro. E il grosso dei fondi, circa 1 miliardo e 100 milioni di euro, sono stati destinati esclusivamente allo sviluppo dell’idrogeno“.
“Mentre nella nuova programmazione del Fesr, relativo al contributo dell’Unione di oltre 160 milioni di euro, sono state previste solo due linee di finanziamento specifiche per supportare la produzione di energia rinnovabile, negli spazi pubblici e nelle aree pubbliche caratterizzate da passività ambientale. A questo scopo la dotazione finanziaria complessiva è di circa 9 milioni di euro, da suddividere comunque con altre tipologie di impianto, come per esempio gli impianti a biomasse“, aggiunge.
“L’idrogeno verde è una soluzione, ma non l’unica. Rappresenta infatti solo una piccola parte del mix energetico proposto dall’Ue e presenta ancora molti ostacoli, tecnici e commerciali, senza considerare il grosso limite relativo ai costi di produzione”, sottolinea Pettinari.
“L’opportunità che si sta perdendo – conclude – è quella di riuscire a mettere in campo un piano di investimenti pubblico/privato che punti alla copertura totale del fabbisogno energetico interno dell’Abruzzo, con energia prodotta da fonti rinnovabili o addirittura riesca a creare un surplus di energia da rivendere ad altri territori, creando posti di lavoro e risorse per il territorio”.