CHIETI – Anche in provincia di Chieti la scuola è partita con orari a scartamento ridotto e troppe classi scoperte. Le nomine in ruolo non hanno coperto tutti i posti disponibili e le nomine dei precari non hanno risolto le tante criticità rilevate dalle scuole. Lo comunica con una nota la Flc Cgil di Chieti.
“Lo diciamo da tempo, – scrive il sindacato – occorre una riforma del sistema di reclutamento che metta al centro la formazione in ingresso, con corsi abilitanti gestiti in collaborazione da scuola e università collegati a meccanismi di accesso al ruolo, in modo da evitare che si creino nuove sacche di precariato“.
Un sistema efficace deve coniugare formazione in ingresso, abbattimento dell’abuso dei contratti a termine e del precariato con sistemi selettivi snelli incentrati sulla formazione delle future professionalità che operano nella scuola.
In Abruzzo sono circa un terzo le cattedre non date in ruolo, quasi 300 posti non attivati. “Anche da questo – spiega Cgil – deriva l’esorbitante numero di precari che sarà del 20% in provincia di Chieti. A questi disagi si aggiungono le numerose e circostanziate richieste delle scuole di personale Ata aggiuntivo”.
“Una situazione allarmante – aggiunge – che può essere superata soltanto con uno stanziamento specifico di risorse finanziarie, la cui responsabilità non può ripercuotersi sugli uffici scolastici periferici e sulle scuole. Allo stato attuale si deve intervenire dal Ministero con un numero consistente di posti in deroga, in aggiunta a quelli già assegnati“.
Risorse che devono servire anche per le segreterie scolastiche, oberate di impegni sempre più gravosi e sulle quali ricadrà l’onere aggiuntivo di contribuire a realizzare diverse misure del Pnrr e del Pon scuola.
“A tal fine – continua la nota – è sempre più determinante la figura dell’assistente tecnico a supporto dei docenti nello svolgere attività di laboratorio e tecnico-pratiche, vigilare sui laboratori, gestire il materiale di magazzino e preparare quello per le esercitazioni. Eppure gli istituti comprensivi, pur avendo tutti i laboratori, sono senza assistenti tecnici”.
“L’amministrazione scolastica provinciale – conclude Flc Cgil – continua a non dare risposte adeguate alle richieste delle scuole. Non serve la politica degli annunci. Occorrono interventi urgenti e strutturali“.
Nei prossimi giorni il sindacato terrà assemblee con il personale scolastico per discutere delle iniziative di mobilitazione da intraprendere.