VASTO – Rinviato per motivi tecnici, il processo per la tragica morte bianca di Nicola Di Biase, l’operaio edile di 59 anni di San Salvo precipitato al suolo con esito fatale. Nel corso dell’udienza preliminare tenutasi oggi al tribunale a Vasto, il gup Fabrizio Pasquale ha accolto la costituzione di parte civile della moglie della vittima, assistita da Studio3A e penalmente da Marco Bevilacqua del Foro di Chieti. E di Anmil, l’Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro.
Uno dei tre imputati ha chiesto di patteggiare e l’udienza è stata rinviata al 1° dicembre 2022 alle 10, proprio per dare modo al difensore di munirsi della procura speciale per chiedere il patteggiamento: non hanno invece richiesto riti alternativi gli altri due imputati in attesa di processo.
Per il tragico infortunio accaduto a San Salvo l’11 novembre 2020, a conclusione delle indagini preliminari il pm Giampiero Di Florio ha chiesto il rinvio a giudizio per due imprenditori edili e un professionista, legale rappresentante della ditta cui erano stati affidati i lavori di ripristino e rifacimento delle facciate di un condominio nonché della ditta esecutrice e subappaltatrice degli interventi di ristrutturazione, del datore di lavoro dell’operaio deceduto e del coordinatore in fase di progettazione e responsabile della sicurezza del cantiere.
“L’ammissione della costituzione di parte civile della famiglia di Di Biase – dichiara lo studio legale che la assiste – è un primo passo per sbloccare anche la questione risarcitoria, visto che sinora non ha ricevuto un euro dalle assicurazioni delle ditte coinvolte”.
In una vicenda in cui non vi sono testimoni, la Procura di Vasto ha disposto due accertamenti tecnici irripetibili. Innanzitutto, l’autopsia sulla salma della vittima che, dopo il tragico volo dal ponteggio e l’allarme al 118, è stato trasportato in eliambulanza in condizioni disperate all’ospedale Santo Spirito di Pescara, dove è deceduto poche ore dopo.
“La perizia – si legge nella nota di Studio3A – ha escluso che il lavoratore sia stato colto prima da un malore, confermando che il decesso è stato dovuto ai “politraumi da precipitazione” dovuti a seguito della caduta, tra cui un gravissimo trauma toracico, fratture multiple come quelle al bacino ed emorragie e lesioni agli organi interni”.
“Sulla scorta degli elementi assunti, – conclude la nota – il procuratore ha ottenuto l’archiviazione del procedimento per due degli iniziali 5 indagati, l’amministratore condominiale, comproprietario del fabbricato e committente dei lavori, e la legale rappresentante dell’impresa che aveva fornito e allestito il ponteggio metallico perché non si ravvisano a loro carico responsabilità penalmente rilevanti sostenibili in giudizio. Ha invece ritenuto pienamente acclarate le gravi responsabilità degli altri tre indagati, chiamati a rispondere del reato di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme antinfortunistiche“.