VASTO – Lo si era capito sin dall’inizio. Anche il Consiglio comunale di Vasto, dopo quelli di Cupello e Scerni, ha votato per la trasformazione del consorzio Civeta in società di capitale in house, incassando voti favorevoli dalla maggioranza e dall’ala femminile dell’opposizione. Con, in più, il voto di Monteodorisio di Forza Italia.
Nella seduta odierna è stato dato il mandato all’amministrazione guidata da Francesco Menna d’inviare al commissario del Civeta, Enzo De Annuntiis, un atto di indirizzo con 18 “Sì”: quelli della coalizione di maggioranza, quelli in quota rosa dell’opposizione del gruppo di Alessandra Notaro e di Dina Carinci (M5S), più quello di Antonio Monteodorisio (Fi). Astenuta la Lega con Giuseppe Soria e contrari i tre consiglieri di Fratelli d’Italia, Vincenzo Suriani, Guido Giangiacomo e Francesco Prospero.
La questione Civeta ha quindi spaccato l’opposizione e ringalluzzito la giunta. Un via libera in realtà annunciato già dagli interventi precedenti alla votazione e dai visi soddisfatti della maggioranza.
La discussione del punto 5 all’ordine del giorno è cominciata con la richiesta di Guido Giangiacomo (FdI) in merito a una riunione preventiva dei capigruppo, accettata all’unanimità, per arrivare a un “documento unico”. Ma dalla sala del Gonfalone sono tornati tutti sulle proprie posizioni.
Il sindaco Menna ha introdotto l’intervento dell’assessore regionale all’Ambiente, Manuele Marcovecchio, secondo il quale bisogna contestualizzare il tema. “Ci muoviamo – ha spiegato l’esponente regionale – in un quadro di normativa nazionale (il cd. decreto Ronchi) e di legge regionale, la n. 36/2013 che istituisce l’Agir (Autorità per la gestione integrata dei rifiuti urbani) e l’Ato (Ambito territoriale ottimale)“.
La materia è quindi di legislazione concorrente, cioè di competenza dello Stato e della Regione. È da qui che si parte perché è lo stesso decreto Ronchi cui “siamo soggetti come alla legge regionale” – ha rimarcato Alessandra Cappa, il cui intervento è stato apprezzato dalle altre donne della minoranza e dal sindaco Menna – “che impone di bandire le gare per assegnare a un solo gestore il ciclo integrato dei rifiuti”.
“L’Agir non è mai partita, ha proseguito Marcovecchio. Nel 2020 la Regione è intervenuta con un correttivo a mia firma e votato all’unanimità”, relativo all’individuazione e alle modalità del servizio: la possibilità di dividere in aree, una sorta di subprovincialità senza individuare un solo ambito. “Ora – ha continuato – due sono le vie: costituirsi come società in house oppure si va sul mercato e un operatore privato provvederà“.
“Unico mio interesse – ha aggiunto Marcovecchio – è quello di salvaguardare la totale proprietà pubblica e che gli impianti possano essere offerti non in modo gratuito ai privati“.
Primo step sarà quindi quello di valutare le delibere d’indirizzo dei Comuni che danno mandato al Commissario di avviare il procedimento di trasformazione. “Il Civeta è un ente commissariato, i cui organi sono l’assemblea dei soci (i Comuni), consiglio d’amministrazione, presidente e direttore mai nominato. Adesso – ha concluso l’assessore regionale – tutti gli atti sono di competenza del commissario De Annuntiis”. Ciò tanto per far capire all’Aula che l’ultima parola spetta a lui, il commissario del Civeta.
“Vasto sarà protagonista di una gestione essenziale oppure dobbiamo affidare a terzi?“, si è chiesta Alessandra Notaro. “Abbiamo un patrimonio da difendere che finora ha funzionato. Si tratta questa di una delibera d’indirizzo, quindi vuol dire che passerà in Consiglio comunale e ciò mi rassicura. Avrò così modo di controllare ogni singolo atto. Noi sosteniamo questa delibera in modo che la macchina si metta in moto”.
E in moto si sono già messi gli altri Comuni che hanno espresso il loro disappunto chiedendo chiarimenti. Come San Salvo, cui si è fatto riferimento più volte nell’Aula di quest’oggi, ma anche Casalbordino, Monteodorisio, Pollutri e Villalfonsina che hanno storto il naso al provvedimento.
Il timore principale dell’opposizione vastese è di perdere questi Comuni per strada, alcuni già sotto l’ala di Ecolan, altra società di servizio di igiene urbana.
“Siamo gli ultimi tra quelli consorziati che si devono ancora esprimere sul tema”, ha cominciato Vincenzo Suriani (FdI) ricordando che si tratta di un “patrimonio e Vasto deve fare da guida”. Durante la precedente amministrazione, – ha detto – il Consorzio è stato gestito con l’avvicendamento di tre commissari. C’è chi vuole la trasformazione hic et nunc, chi invece tende al rinvio per approfondimenti”. “Vedo un enorme gioco di campanili: Cupello e Vasto ‘Sì’, San Salvo e Casalbordino ‘No’, sembra una maionese impazzita“, spiegando che la posizione della minoranza non è così netta nel dire ‘No’ alla trasformazione. Piuttosto il consigliere chiede una proroga di “16 giorni” per approfondimenti.
“Dobbiamo fare gioco di squadra – così Suriani conclude il suo intervento – cerchiamo di trovare una sintesi del territorio delle ragioni di chi ha fretta e vuole la trasformazione, ma anche le ragioni di chi vuole vederci chiaro perché il consorzio resti compatto. Siamo favorevoli purché ci sia un iter trasparente nei bilanci”.
Più netto l’altro consigliere di FdI, Guido Giangiacomo, aperto pure al privato “se vince la gara perché è più bravo. Noi – ha sottolineato – non stiamo dicendo ‘No’. Trasformiamo un ente pubblico se porta miglioramenti. La struttura finirebbe in comodato d’uso? A me non interessa purché vadano nella direzione giusta“.
“La nostra delibera – ha concluso Giangiacomo – è identica a quella della maggioranza. Noi chiediamo solo una proroga. Non ho fretta, sto trasformando un ente che da vent’anni funziona bene. Voglio sapere la situazione economica, chiedo l’atto costitutivo e lo Statuto. Non compro con la fretta perché stiamo saltando nel buio”.
“Io non ho capito dove vuole andare a parare“, riferendosi al resto della minoranza. “È una proposta dilatoria, ma non ho capito in quale direzione va“, ribatte Dina Carinci del Movimento 5 Stelle. “Lo abbiamo detto più volte negli anni di avere un rilancio del Civeta, anche per evitare vicende giudiziarie. Oggi stiamo deliberando un atto d’indirizzo, la legge ce lo impone“.
“Quale dilazione e perché?”, ha concluso M5S. “Io leggo tanti vantaggi da questa trasformazione e allora procediamo. Spero di non dovermi mai pentire e la preoccupazione più grande è che il Civeta diventi la pattumiera d’Italia“.
Arriviamo con tempi strettissimi, – ha sottolineato Notaro – mi auguro che si cambi marcia in futuro. A gennaio, l’assessore Marcovecchio avrà un incontro con quest’amministrazione. Sono consapevole che la scelta per questo territorio è un aut aut“.
“Il soggetto privato ( previsto dalla trasformazione in società di capitale, ndr) – ha precisato Notaro – sarà il braccio operativo degli Enti pubblici, una politica che il Civeta ha già intrapreso. Allora perché perdere ulteriore tempo?”
Ed è la stessa cosa che si domanda il sindaco Menna prima della votazione. “Abbiamo messo una clausola nell’atto, cioè organizzare un tavolo istituzionale. Sono sei anni che conoscete le carte“, ha detto.
“Il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica i risultati. Non vogliamo salti nel buio“, ha ribadito Francesco Prospero (FdI). Prorogare il Civeta perché bisogna capire la situazione economica e patrimoniale. Le scritture contabili fanno parte della proprietà. Ecco perché si richiedono le perizie contabili”.
“Occorre accertare che la partecipazione sia interamente pubblica, che i Comuni siano i controllori dei settori e dei dirigenti della società e, infine, che la stragrande maggioranza – l’80 per cento del fatturato e dei servizi – debba essere diretta solo ai Comuni che ne fanno parte. Per ora, sulla carta ce ne sono 3. Ci sono Comuni che arrivano a stento alla chiusura del bilancio in parità. Noi siamo in disavanzo. E non sappiamo la consistenza del Civeta se non quella letta sui bilanci depositati”.
“Da tempo diciamo di uscire dal commissariamento, ha replicato il sindaco Menna. Il Comune di Vasto non ha debiti nei confronti del Civeta, ha pagato tutto e nessuna paura anche sulla situazione finanziaria, sotto controllo da parte della Corte dei conti“.
“Il Comune – ha rimarcato Giuseppe Soria (Lega) – fa parte del Civeta dal 31 dicembre 1985. Sono favorevole a una delibera, ma mi astengo finché non acquisisco dati patrimoniali e finanziari“.
L’importante è mantenere fede “agli obiettivi pubblicistici, cioè la prosecuzione dei lavoratori, il ruolo di leadership in termini di risparmio e qualità del servizio”, ha aggiunto Alessandra Cappa. Ci sono questioni che non sono né di maggioranza né di minoranza, ma della collettività. Abbiamo l’obbligo di conservare un patrimonio e gestirlo con responsabilità“, ha concluso la consigliera che, con il suo intervento, ha fatto capire alla maggioranza di aver incassato punti a proprio favore. Anche per Vasto, quindi, si può procedere con la trasformazione in società.