PESCARA – Oggi e domani è prevista la preapertura della caccia in tutta la regione Abruzzo, questa volta per le sole specie Cornacchia grigia, Gazza e Ghiandaia. Il Wwf esprime preoccupazione per il disturbo alla fauna, il verificarsi degli atti di bracconaggio e la carenza della vigilanza venatoria.
“È il solito regalo ai cacciatori, si legge in una nota. Rispetto agli anni passati, viste anche le bocciature del Tar accumulate grazie ai ricorsi anche di altre associazioni ambientalistiche, il calendario è meno impattante dal punto di vista della tutela della fauna, ma va sottolineato che, per le specie per cui si è stabilita la preapertura, non vi è alcun interesse venatorio“.
“Chiediamo a tutte le forze di polizia – ha dichiarato Filomena Ricci, delegata del Wwf Abruzzo – d’impegnarsi al massimo in attività di servizio specifiche nella vigilanza venatoria, in particolare per le giornate di caccia previste nel mese di settembre di pre-apertura e di apertura generale. Saranno poche le specie cacciabili legalmente e il rischio di abbattere specie per le quali la caccia non è consentita, è forte anche perché la vigilanza venatoria nella nostra Regione è stata quasi del tutto smantellata“.
L’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), pur non avendo osservato la preapertura per le specie citate, aveva indicato un’apertura generale della caccia programmata al 1° ottobre prossimo, data che trova d’accordo il Wwf Abruzzo.
“L’apertura a inizio ottobre – conclude la nota – garantisce infatti un più completo sviluppo degli ultimi nati per alcune specie riducendo in tal modo il disturbo. Questa volta la Regione ha lasciato liberi i cacciatori per i boschi e per le campagne senza controlli venatori che sono ridotti quasi a zero. Su quest’ultima questione l’Ente ha grandi responsabilità: la vigilanza ambientale è infatti oramai scomparsa dopo lo smantellamento delle Province e con il ridimensionamento dei corpi di Polizia provinciale. A oggi, infatti, non ci sono tracce del potenziamento né della riorganizzazione dei Corpi provinciali di vigilanza venatoria e della loro eventuale regionalizzazione. Azioni che finalmente potrebbero ridare dignità agli operatori di Polizia provinciale, garantendo un livello minimo di controlli sul territorio“.