VASTO – Si chiude un capitolo di aste giudiziarie andate a vuoto, ansia e preoccupazione per i lavoratori e se ne apre un altro carico di speranze in termini di occupazione e produttività.
La vendita della Sider Vasto di Punta Penna è stata centrata. Acquistata dal Gruppo Arvedi di Cremona all’asta con un prezzo base di 17,5 milioni di euro, resta top secret il costo della vendita reale. Si sa soltanto che il rialzo minimo era di 50 mila euro.
L’azienda, aperta a Vasto nel 1976 da una società a responsabilità limitata (srl) emiliana nella primordiale zona industriale di Punta Penna, era da subito diventata leader nella produzione di tubi elettrosaldati.
Del resto, il settore in Italia, nonostante la crisi cominciata nel 2007, regge ancora e anzi domina il mercato europeo piazzandosi al secondo posto con 70 miliardi di euro di fatturato totale della filiera e oltre 24,411 milioni di tonnellate di prodotto nel 2021. Oggi però lo scenario produttivo si presenta sicuramente più difficile a causa della guerra russo-ucraina. Verso l’una o le due del primo pomeriggio i gestori dell’energia rendono noto alle aziende il costo dell’elettricità per il giorno successivo ed è sempre un record al rialzo. “Giorni fa l’energia elettrica ha raggiunto 12 volte il valore di due anni fa“, ha detto Carlo Mapelli, docente al Politecnico di Milano ed esperto del settore.
Il Gruppo Arvedi di Cremona lo sa bene perché nel settore ha costruito il suo impero nel 1963 grazie al Cavaliere del lavoro, Giovanni Arvedi.
“Il core business – fa sapere il gruppo – è costituito da attività siderurgiche primarie e di trasformazione, con volumi di oltre 4,3 milioni di tonnellate e un fatturato consolidato nel 2018 di circa oltre 3 miliardi di euro”.
L’azienda ramificata soprattutto nel nord Italia dà lavoro a oltre tremila e 600 persone, di cui oltre duemila e 400 in territorio cremonese.
La sede di Vasto sarà la seconda del gruppo presente sulla costa adriatica e lavorerà in sinergia con il Centro siderurgico di Osimo, nelle Marche.
Un investimento che fa ben sperare quei 44 lavoratori che alla Sider Vasto hanno lottato fino alla fine, presidiando i cancelli dell’azienda per evitare che i camion portassero via i macchinari per il taglio longitudinale dei nastri di acciaio (slitter).
Quegli operai che hanno lavorato in cassa integrazione negli ultimi tre anni d’attività per vedere poi sfumare le loro speranze di una nuova acquisizione dell’azienda in una fredda giornata di dicembre 2015.
Dopo quarant’anni di storia, per la Sider Vasto srl, vittima sacrificale di quella crisi del 2007-2008, comincia il calvario delle aste giudiziarie.
Il concordato preventivo numero 2/2014 del tribunale di Vasto aveva cercato di risolvere la questione. Ma nulla da fare, l’azienda va all’asta. Per ben due volte a vuoto. L’ultima ha scadenza alle ore 15 del 3 luglio 2021. E da qui inizia la nuova storia di Sider Vasto.
Tre le ipotesi d’acquisto possibili: un’offerta per il complesso industriale, per la sola parte immobiliare o soltanto per quella strumentale.
Il gruppo di Cremona capta l’investimento e sceglie la prima opzione, prezzo base d’asta di 17 milioni e mezzo di euro a fronte del valore di perizia pari a 23,2 milioni di euro.
Oltre 87 mila metri quadrati di superficie che, dal punto di vista logistico, sono appetibilissimi grazie alla vicinanza del porto – ora riconosciuto infrastruttura nazionale nell’ambito dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale – dall’autostrada A 14 e collegati alla stazione ferroviaria con oltre 1 chilometro di raccordo presente all’interno dello stabilimento.
Infine, il gruppo Arvedi non è soltanto un colosso della siderurgia italiana, ma ha investito nel tempo anche in altri settori. Attualmente detiene la presidenza onoraria della Cremonese calcio, squadra in serie A ed è attivo nell’editoria locale con quote di proprietà del canale tv Cremona 1, Crema oggi e Oglioponews – per l’informazione on line – e Mondo padano, settimanale cartaceo in edicola ogni venerdì.