di Fabrizio Scampoli
VASTO – Dieci milioni di dollari di gas in fumo ogni giorno. Mentre l’Europa arranca per i costi record dell’energia, la Russia brucia quotidianamente circa 4,34 milioni di metri cubi di Gnl nel suo impianto di Portovaya, vicino al confine con la Finlandia.
È la risposta del Cremlino alle sanzioni europee per l’invasione dell’Ucraina, con Vladimir Putin che brucia il gas godendosi lo spettacolo dei leader Ue in affanno a causa del costo dell’energia schizzato alle stelle. Una guerra ibrida, diversa dai precedenti scenari, che costringe i leader dei 27 ad una nuova riunione d’urgenza per varare misure contro i rincari delle bollette e allontanare l’abisso della recessione.
Chi mai avrebbe potuto pensare di assistere impotente a uno scempio di risorse così folle, in un momento storico in cui le energie fossili sono considerate residuali e si tenta di avviarsi sulla strada delle rinnovabili?
Oltre a incrementare il livello di inquinamento nell’aria, bruciare gas a vuoto significa aumentare la temperatura e accelerare quindi lo scioglimento dei ghiacciai. Insomma, davvero un crimine contro l’umanità intera.
Qualcuno ha già scritto che il genere umano merita l’estinzione, per come abbiamo trattato e ridotto il nostro pianeta, la casa di tutti noi. E chi è credente si chiede quale Dio possa permettere un disastro simile, ma le risposte sono davvero difficili.
Se poi pensiamo che si sta cannoneggiando la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande del mondo, che potrebbe causare un disastro più grande di quello di Chernobyl, davvero diventa difficile continuare a credere nel genere umano. Siamo giunti, non solo metaforicamente, alla canna del gas.
Se l’Europa non si risveglia dal sonno letargico, rischiamo il tracollo economico, ambientale e sociale. Ci attendono tempi difficili, non solo davanti ai fornelli.