VASTO – Sarà eseguita la settimana prossima l’autopsia sulla salma di Jois Pedone, 20 anni di Vasto, trovato tra gli scogli della spiaggia di Punta Penna il 22 agosto scorso. L’esame che sarà eseguito dal medico legale, Marco Piattelli, è stato rinviato per procedure burocratiche e cercherà di far luce sulle cause della morte del giovane universitario.
Dolore, sconcerto e incredulità da parte della famiglia e degli amici di Jois che non credono all’ipotesi di suicidio. Ragazzo solare e responsabile non avrebbe compiuto un gesto così folle. Brillante negli studi universitari di Economia a Parma e lavoratore stagionale al trabocco Cungarelle, Jois non aveva finora mostrato tendenze depressive.
I legali di famiglia, Concetta e Carmine Di Risio, hanno chiesto “massimo riserbo perché il caso è delicato”. Ringraziano la procura di Vasto che si è attivata in modo repentino per la raccolta di prove e testimonianze. All’esame autoptico sarà presente anche Raffaele Ciccarese, perito nominato dai familiari.
Molti i punti da chiarire: l’arrivo alla spiaggia di Punta Penna con un taxi, l’ora del decesso, l’ultimo segnale del cellulare rinvenuto in località Lebba alle tre del mattino, ma soprattutto la corda ritrovata legata a una caviglia di Jois da un lato e dall’altro un borsone pieno di sabbia. Che farebbe subito pensare all’ipotesi di suicidio se non fosse che la corda mostrava un nodo marinaro di cui Jois non aveva dimestichezza.
Gli inquirenti, insieme con le forze dell’ordine, stanno vagliando pure i filmati ripresi dalle telecamere della zona in cui è stato rinvenuto il corpo e le diverse testimonianze delle persone che lo hanno visto quella notte.