CUPELLO – “Apprendiamo dalla stampa che il Pd regionale ha molto a cuore Cupello e le questioni ad esso collegate. Mi riferisco alla vicenda legata alla delibera di giunta comunale, da poco approvata, sulla volontà dell’amministrazione di tutelare il proprio decoro e la propria reputazione”. A dichiararlo è il capogruppo Angela Antenucci, consigliera di maggioranza.

“Di fronte a questa notizia non possiamo nascondere la nostra preoccupazione, trattandosi di un atto pensato per intimorire e frenare l’esercizio del diritto di critica verso le decisioni amministrative operate dalla maggioranza di centrodestra che guida il Comune”, aveva detto Daniele Marinelli, responsabile organizzazione regionale del Pd.
“Spesso, si fa leva sull’art. 21 della Costituzione – ribatte Antenucci – per giustificare la presunta legittimità a pronunciarsi su qualsiasi tema e di farlo incondizionatamente. Beh, non è così: si dà il caso che la giurisprudenza si è espressa diverse volte rispetto al principio, pure sancito dal nostro ordinamento giuridico, di conciliare la libertà di manifestazione del pensiero con la tutela della personalità. Ricorderemo, tra gli altri, l’art. 594 codice penale (reati di ingiuria), l’art. 595 cod. pen. (diffamazione) o la sentenza n.86 del 1974 della Corte costituzionale in cui si afferma che la previsione costituzionale del diritto di manifestare il proprio pensiero non integra una tutela incondizionata e limitata della libertà di manifestazione del pensiero stesso”.
“Anzi, a questa, – aggiunge Antenucci – sono posti limiti derivanti dalla tutela del buon costume o dall’esistenza di beni e interessi diversi che sono parimenti garantiti o protetti dalla Costituzione. E tra questi beni e interessi, in particolare tra quelli inviolabili, in quanto essenzialmente connessi con la persona umana, è l’onore (comprensivo del decoro e della reputazione)”.
“Non siamo stati i primi ad agire in tal senso (vedi le delibere di giunta comunale di Labro n.12/2014, Cattolica n.80/2021, Santa Sofia n.76/2018, Livorno n.5/2017, e tante altre) – conclude Antenucci – e spero che non saremo neppure gli ultimi a perseverare in questa battaglia a garantire che chi opera nella legalità venga tutelato. La senatrice Segre ha auspicato ‘che il dibattito pubblico ed istituzionale riguadagni in qualità, correttezza e rispetto reciproco’ ed è ciò che noi più desideriamo per Cupello”.
“Il legittimo dissenso e la libera espressione del pensiero sono pilastri su cui poggia la nostra civiltà democratica, sostiene Marinelli. È dovere delle autorità cittadine, pertanto, alimentare e sostenere ogni forma di dibattito e di confronto, anche quelli più franchi e severi, in quanto rappresentano uno strumento chiave per migliorare la qualità delle decisioni pubbliche e contribuire alla loro legittimità democratica. A nome della comunità del Partito democratico facciamo nostro l’appello della senatrice a vita Liliana Segre e auspichiamo che la delibera venga presto ritirata”.
