L’AQUILA – Il capogruppo Pd al Consiglio regionale, Silvio Paolucci, ha dichiarato di voler presentare un’interrogazione urgente per capire le cause dell’inerzia relativa all’assunzione di Operatori socio sanitari all’Asl2.
“Reparti in sofferenza, – scrive in una nota il consigliere regionale – personale pronto ma ancora in attesa perché né la Regione né l’Asl di Chieti danno seguito alle assunzioni dopo il concorso dell’autunno 2021 per la selezione di Oss di categoria B“.
“Dopo le mobilitazioni dei 162 candidati, – continua – l’interpellanza da noi presentata all’esecutivo, dopo la promessa ricevuta che l’Asl avrebbe proceduto”, c’è stata una delibera dell’azienda sanitaria di Chieti con la quale si chiedeva agli operatori risultati idonei di inviare i documenti della pratica entro l’8 agosto.
“Sono passati 10 giorni e non si sa ancora nulla, precisa Paolucci. Nessuno ha agito, nonostante l’assessore alla Sanità abbia detto di procedere, gli operatori sanitari restano a braccia incrociate, con il timore che la campagna elettorale ritardi ancora di più procedure andate già oltre ogni termine”.
“Non si può andare contro la legittima aspettativa di lavoro di chi ha fatto un concorso e lo ha superato – incalza il capogruppo Pd – peraltro perseverando in una scelta, quella di non assumere, che lascia ancora scoperti reparti e settori da mesi sotto organico e rischia di mettere in competizione categorie di lavoratori che hanno bisogno e diritto a un contratto stabile. Eppure la Regione aveva espresso da subito la volontà di procedere alle assunzioni entro i sei mesi annunciati, per introdurre nel sistema sanitario regionale e su tutte le 4 Asl, 334 figure professionali entro fine 2021, tra cui 196 Oss, 90 infermieri e 48 collaboratori amministrativi“.
“Sono passati 10 mesi e solo parole, conclude Paolucci. L’auspicio è che non serva una nuova mobilitazione degli interessati, esasperati dall’attesa. Di certo è la conferma che chi governa la sanità oggi, lo fa senza una programmazione che avrebbe evitato tanti problemi, primo fra tutti la mobilità passiva, cioè la perdita sempre più imponente di pazienti costretti a curarsi fuori perché in Abruzzo trovano solo liste di attesa con tempi lunghi ed estenuanti”.