CHIETI – Anche per il prossimo anno scolastico, la situazione alla ripartenza della scuola non sarà purtroppo buona. Lo ribadisce con una nota il sindacato Flc Cgil Chieti.
“Le scuole della provincia di Chieti – scrive il sindacato – hanno chiesto più organici sia di docenti sia di personale Ata. La risposta è arrivata con il contagocce: ci sono scuole che, per numero di plessi, avranno difficoltà a tenere aperte le numerose sedi“.
“Abbiamo chiesto con insistenza all’Ufficio scolastico provinciale di accogliere le richieste di maggior organico fatto dalle scuole. Il risultato è stato deludente e discrezionale“, precisa la Flc Cgil.
In questi giorni, fino al 16 agosto, oltre cinquemila docenti precari della provincia di Chieti sono impegnati a compilare on line i moduli per sperare in una chiamata dalle Graduatorie provinciali supplenze (Gps). “Dei 467 posti autorizzati a ruolo, oltre un terzo non è stato attribuito per mancanza di candidati nelle graduatorie“, ribadisce.
“Non è stato confermato l’organico Covid, aggiuntivo ma che avrebbe dovuto essere strutturale. Nel 2021-22 era stato ridotto, per il prossimo anno scolastico è prevista la sua cancellazione, aggiunge il sindacato. Un grande errore perché quell’organico serve a garantire le ordinarie funzioni della scuola, la sicurezza e la vigilanza, a partire da quelle dei collaboratori scolastici”.
Invece il governo “ha previsto per i prossimi anni, nella legge di bilancio, un taglio degli investimenti sulla spesa corrente nella scuola e le risorse del Pnrr non sono state accompagnate da un intervento su tempo scuola, organici, risorse, riduzione del numero di alunni per classe, dimensionamento scolastico capace di garantire un’adeguata offerta formativa territoriale, con un’attenzione alle aree interne. Purtroppo – si legge nella nota – a decidere sulla scuola continua a essere il ministero del Tesoro che insieme con Palazzo Chigi hanno una sola idea: quella di risparmiare sulla spesa corrente nell’istruzione pubblica”.
“Resta al palo anche il Ccnl, scaduto nel 2018. Occorrono più risorse per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro; tra i contratti dei settori pubblici è l’unico che non è stato rinnovato. Questo la dice lunga sull’attenzione che c’è nei confronti dei settori dell’istruzione. Chiediamo ai decisori politici di fare la propria parte per evitare che, con il declino della scuola pubblica, ci sia anche quello del territorio“, conclude il sindacato.