VASTO – È finita col pubblico in piedi a cantare, diretto dall’archetto del grande musicista lombardo, Alla fiera dell’est e Vanità di vanità, il concerto di ieri sera all’Arena Morricone di Vasto. Sul palco da mezzo secolo, Branduardi si è autodefinito “un trovatore, piuttosto che un menestrello” e ha spiegato al folto pubblico il senso della sua ricerca, che spazia dalla musica medievale a quella rinascimentale, con qualche strizzatina d’occhio alle sonorità barocche.
Un lavoro che dura da tanti anni e che gli ha consentito di ottenere enorme successo per i suoi innumerevoli dischi e folle oceaniche nei suoi tour europei.
Ieri sera, ad accompagnarlo il valente Fabio Valdemarin, poliedrico musicista: in scena la spettacolo ”Camminando camminando in due”, che riecheggia il titolo di un suo famoso album.
E, tra una poesia irlandese di Yeats (cui ha dedicato un disco, ormai divenuto un classico) e un aneddoto ironico, hanno regalato canzoni davvero indimenticabili: Il dono del cervo, Confessioni di un malandrino, La luna, La canzone di Aengus, La pulce d’acqua, la ballata di Geordie e una spendida Rosa di Galilea.
Prima di concludere, il cantautore ha offerto al pubblico di aficionados una versione inedita de Alla fiera dell’est, con la strofa iniziale e finale cantata in ucraino, in segno di solidarietà.
Il concerto, organizzato da Notti mediterranee di Roccavivara, è stato dirottato a Vasto dal paese molisano. Una ghiotta occasione musicale che l’amministrazione vastese non si è fatta sfuggire. E meno male.
Fabrizio Scampoli
Foto e video di Simona Ranieri