LANCIANO – Ha lottato fino all’ultimo istante della sua vita contro un batterio killer, preso non si sa come né da lei né dai medici che hanno fatto di tutto per farla sopravvivere. Ieri, nella chiesa di san Pietro Apostolo, quartiere Cappuccini a Lanciano, si sono svolti i funerali di Marina Trivillino, commerciante di 46 anni, da quasi due anni in coma, due arresti cardiaci (l’ultimo letale), infezioni al sangue e complicanze polmonari.
Una sofferenza immane per lei e i suoi familiari, una guerra contro un tipo di batterio, a tutt’oggi sconosciuto. L’unica cosa certa è che tutto è cominciato da un giorno di novembre 2020 quando il marito ha visto la moglie svenire all’improvviso. Ricoverata all’ospedale Renzetti, la sera stessa ha un infarto. Si salva, Marina è attaccata alla vita ma da lì comincia il suo calvario: entra in coma e viene ricoverata in terapia intensiva. Ha varie complicanze, tra cui un’infezione al sangue, ma il suo cuore batte forte.
Il mese dopo, i medici del Renzetti chiedono collaborazione ai colleghi di un centro riabilitativo di Potenza Picena, nelle Marche, e Marina viene trasferita lì restandoci più di un anno. La commerciante di Lanciano registra miglioramenti nelle sue condizioni di salute, così l’équipe che la segue, decide di trasferirla a Pineto.
C’è speranza che si riprenda e che possa ritornare a Lanciano. I familiari si adoperano a preparare la sua abitazione, ad accogliere e assistere una persona che comunque è in coma. È fatta: Marina torna a casa, accudita amorevolmente dai suoi cari. Ma è un lungo calvario, nascono complicanze: Marina ha problemi ai polmoni. Ricoverata più volte al Renzetti, martedì scorso la donna muore a causa di un altro arresto cardiaco.
La sua sofferenza è finita, ma resta la rassegnazione e lo sconforto dei suoi cari che hanno perso Marina per un batterio di cui non conoscono ancora le cause dell’infezione. La vicenda rappresenta anche l’amarezza di quei medici che hanno tentato fino all’ultimo di salvarla.