Zonaglobale è la nuova rubrica dedicata all’estero seguita dal nostro Lorenzo Scampoli, studente vastese dell’Università degli Studi Gabriele D’Annunzio di Chieti e Pescara, che quest’anno è in Finlandia per il Progetto Erasmus.
Un’occasione da non perdere per conoscere e farti conoscere il modus vivendi di questo Paese non molto lontano dal Circolo Polare Artico e, soprattutto, quanto c’è di simile e quanto di diverso tra il nostro bell’Abruzzo e un luogo con abitudini così distanti dalle nostre.
Cosa scoprirai in questa puntata?
In uno dei precedenti appuntamenti ti avevo parlato delle strade in Finlandia e del bassissimo numero di incidenti in questo Paese. Alla fine della mia testimonianza, però, ti avevo accennato che avrei presto parlato di una delle pochissime piaghe di quello che spesso all’estero viene definito il Paese “più felice del mondo”: l’alcolismo.
Non è uno stereotipo, lo sanno tutti: i finlandesi amano bere. Si tratta di un popolo che a prima vista sembra piuttosto chiuso, freddo e silenzioso che diventa però puntualmente rumoroso, aperto e fin troppo chiacchierone ogni volta che si stappa una bottiglia. Il famoso metro quadrato di spazio vitale finlandese cessa di esistere (temporaneamente) dinanzi alla dirompente forza dell’alcol. Inibizione, timidezza e silenzio vengono presto rimpiazzati da balli improvvisati sui tavoli, schiamazzi, conversazioni senza fine, abbracci e forti strette di mano a connazionali e anche a stranieri sconosciuti (ne sono diretto testimone!). Questa però è solo una faccia della medaglia. Infatti, guidare sotto l’effetto dell’alcol, per esempio, è pericolosissimo per chi è alla conduzione del mezzo e per gli altri fruitori della strada. Fortunatamente ho appreso che per i finlandesi bere prima di mettersi al volante (soprattutto con altre persone al seguito) è sinonimo di forte irresponsabilità e mancanza di rispetto. Chi ha bevuto e guida non è visto di buon occhio, in pratica.
In grande contrasto con gli abruzzesi che spesso bevono un bicchiere di vino durante il pasto, i finlandesi non bevono quasi mai bevande alcoliche durante il pranzo o la cena, tranne che in occasioni speciali, come appuntamenti formali o di lavoro. Paradossalmente, durante i pasti, insieme all’acqua gli abitanti di questo Paese sono soliti bere un bicchiere di latte, come spesso accade negli Stati Uniti d’America.
Il consumo eccessivo di alcol in Finlandia è un problema piuttosto grave, così grave che anche il “silenzioso” governo ha dovuto prendere seri provvedimenti nel corso degli ultimi anni. Aumentando in modo spropositato i prezzi e le accise sulle bevande alcoliche, infatti, l’amministrazione è riuscita a “scoraggiare” parte della clientela, soprattutto quella costituita dai più giovani e dalle persone economicamente più deboli, dal consumo eccessivo di questi drink. Le bevande alcoliche possono essere acquistate solo in determinati esercizi commerciali controllati dal monopolio statale e gli addetti alla somministrazione e alla vendita di questi prodotti hanno l’obbligo di richiedere (a tutti e sempre, ndr) un documento di riconoscimento che attesti la maggiore età del consumatore, pena la chiusura immediata del punto vendita, una multa salata e forse l’arresto.
Acquistare vodka o birra in questo Paese, quindi, è un affare economicamente svantaggioso. L’ordine dei prezzi parte da 10 euro per bottiglia dell’alcol forte più semplice e le norme doganali regolano rigorosamente le quantità di bevande che si possono importare dall’estero. Ci sono pochi prodotti e moltissime richieste, di conseguenza i costi sono alle stelle.
Perché non adottare misure ferree di questo tipo anche in Abruzzo e in Italia dove ogni anno si contano numerosi incidenti causati dalle bevande alcoliche (secondo l’Istat gli incidenti stradali in Italia provocati dall’uso di alcol rappresentano il 30-35% degli incidenti mortali, ndr), e dove spesso sono proprio i più giovani ad abusarne?