L’AQUILA – Nessuno potrà riportare alla vita i sorrisi e la presenza delle vittime a coloro che li hanno amati fino all’ultimo istante, ma un giardino con i suoi fiori ne potrà ravvivare il ricordo. La tragedia di Rigopiano rimarrà per sempre impressa nella storia regionale. Un incidente, un rimpallo di responsabilità, indiscrezioni, false notizie, apprensione, dolore e lacrime hanno segnato il nostro territorio.
Ed è con questo spirito di rivalsa che il Consiglio regionale ha ieri approvato l’istituzione di un giardino in memoria delle vittime della sciagura di Rigopiano nel comune di Farindola (Pescara). Un importo di 40 mila euro che servirà a realizzare uno spazio per fiori e piante perché la natura viva sia rappresentazione anche del ricordo di tutte le vittime di quella slavina che il 18 gennaio 2017 alle 16,49, travolse l’hotel Rigopiano, un albergo ai piedi di una montagna piena di neve.
Un bilancio drammatico: 29 vittime e 11 superstiti salvati di ora in ora e in giorni diversi, con tanta ansia e con la speranza degli operatori di soccorso di liberare più persone possibili da quel luogo di relax e vacanza diventato in pochi istanti una trappola infernale. Tra le vittime di quel maledetto giorno c’è anche il nome della giovane vastese Jessica Tinari.
A poco più di cinque anni di distanza dall’evento, su proposta di Vincenzo D’Incecco, capogruppo regionale della Lega, all’unanimità l’Assemblea abruzzese ha dato l’ok per realizzare l’opera commemorativa, “un atto doveroso per conservare la memoria delle 29 vittime”, si legge nella nota del firmatario della proposta.
“Il giardino della memoria – spiega la nota – prevede l’installazione delle opere donate dalla comunità sarda di Orosei, la statua di una Madonna con 29 cubi dorati e di una stele commemorativa con incisi i nomi delle vittime. Questo spazio sarà di stimolo per svolgere iniziative, incontri e momenti di riflessione“.
“Per la nostra comunità – conclude D’Incecco – questa è ancora una ferita aperta, dunque sono onorato di aver portato all’attenzione del Consiglio regionale un importante progetto del comune di Farindola e sono contento che sia stato condiviso anche dall’intera Assise facilitando così il percorso normativo e quindi la rapida realizzazione“.
Sulla tragica vicenda è stato aperto un fascicolo ma, a distanza di cinque anni, il processo è ancora fermo all’udienza preliminare con la prescrizione che incombe. Gli imputati sono in totale 30 e tra essi ci sono ex rappresentanti della Regione, della Provincia e della prefettura di Pescara, del Comune di Farindola e figure riconducibili alla proprietà dell’albergo distrutto.