CHIETI – “Il Ministero dell’Istruzione in questi giorni ha ricevuto l’autorizzazione da parte del MEF all’immissione in ruolo di 94.130 docenti per l’a.s. 2022/2023. Contestualmente, nonostante il riacutizzarsi della pandemia e la presenza nella scuole della provincia di numerosi bambini ucraini fuggiti dai massacri della guerra determinati dall’invasione russa, non è previsto alcun organico aggiuntivo sia di docenti che di ATA. Scompare il personale cosiddetto COVID. Non si è fatto niente per dare più tempo scuola, più organici stabili di docenti e ATA, non si è intervenuto sulle tante molestie alle scuole sugli adempimenti amministrativi e burocratici; nulla si è fatto per ridurre il numero di alunni per classe, per garantire una vigilanza adeguata, per intervenire in maniera strutturale sugli edifici scolastici”. E’ quanto riporta una nota a firma di FLC CGIL Chieti.
“Si continua a navigare a vista – continua il comunicato -, senza un piano di utilizzo delle risorse del PNRR che affronti le tante criticità. Anzi, le risorse del PNRR vengono date per certificare le diseguaglianze e non per intervenire con l’intenzione di rimuoverle (si vedano i bandi per gli asili nido e la costituzione degli ITS Accademy).
La FLC CGIL Chieti ribadisce che per garantire la frequenza in classe in presenza e in sicurezza è necessaria l’assegnazione alle scuole per tutto il prossimo anno scolastico di un contingente di organico aggiuntivo e l’individuazione di modalità di reclutamento rapide e chiare dal punto di vista normativo, per la copertura di tutti i posti che, anche quest’anno saranno affidati a tanti docenti precari.
Occorrono anche tavoli locali di coordinamento, medicina scolastica e investimenti strutturali. Non sembra che interventi di questa natura siano nell’agenda del governo nazionale e regionale. Di seguito le disponibilità per le immissioni in ruolo in Provincia di Chieti:
Lo stesso contingente per le immissioni in ruolo (di 1254 posti in tutta la regione Abruzzo) non coprirà i posti disponibili e vacanti per l’assenza di graduatorie specifiche. Da tempo lo ribadiamo: le politiche sulla formazione e sul reclutamento non coprono le esigenze delle scuole. Ogni governo dice di voler intervenire sul precariato, che continua a aumentare mettendo a rischio la continuità didattica e un’offerta formativa territoriale adeguata.
La FLC CGIL continuerà a battersi affinché venga riconosciuta l’importanza di garantire una scuola pubblica di qualità a tutti gli studenti e a tutte le studentesse”.