di Gabriele Cerulli
VASTO – Non è un posto per rivoluzionari irriducibili. L’Italia proprio non lo è. Figuriamoci se possiamo immaginarli in Parlamento!
Credo che Mario Draghi verrà richiamato al Colle ed incaricato a formare un nuovo governo. I malpancisti non sono rivoluzionari, sono soltanto delle povere vittime del Bifidus. Non è colpa loro, insomma. Vivono di share e di sondaggi, di viaggi lussuosi e karaoke alle Baleari. Figuriamoci se possono cavarsela discutendo di guerre, di pandemie, di povertà, di bisogno reali dei cittadini.
In questi giorni i personaggi più esposti “verranno richiamati all’ordine”, se necessario con le dovute buone maniere d’occasione. Poi gli ultrà della politica si dedicheranno a nuovi Papete e fiumi di mojito. Tanto si bevono tutto…
Di sicuro e di serio c’è una cosa: il Ddl concorrenza. Un decreto che riscriverà le regole di buona parte del Paese. Investe il mondo dei trasporti, dei tassisti in particolare, delle assicurazioni, dei rifiuti, delle concessioni balneari, delle nomine in fondamentali istituti statali e regionali. Non proprio pizza e fichi.
E allora come lasciare tutto questo ben di Dio nelle uniche mani di Giorgia Meloni?
È questa la paura dei suoi avversari, e non solo nel centrosinistra. La leader di Fratelli d’Italia veleggia nei sondaggi e gioca sciolta da legami di governo. Bisogna inventarsi qualcosa in questi giorni per drenare la paura di Letta e soci, Conte compreso e residui stellati. Andare al voto a scadenza naturale e con il Ddl concorrenza ormai realtà, significherebbe stare alla finestra e contare i voti della Meloni, a capo chino.
Draghi tornerà al suo posto offrendo garanzie in tal senso. Potrebbe non riuscirci, chiaro, ma alle storiche “buone maniere” non ha mai resistito, a memoria d’uomo. Ci ha provato con tutte le sue forze soltanto Silvio Berlusconi, ma poi dovette cedere. Duemila perquisizioni, duecento processi, la mannaia da 500 milioni di risarcimento a De Benedetti e contestuali 300 milioni persi in borsa un una settimana.
L’avvocato Gianni Agnelli, un tempo, disse “Con i comunisti al governo si fanno le migliori leggi”. E chi vuole intendere, intenda.
Perciò Salvini dovette dimettersi, perciò il Draghi bis è molto meno di una difficile ipotesi. A chi lo vedrebbe fuori gioco con soddisfazione e sollievo, non resta che augurare ai tanti malpancisti una epocale scarica diarroica di massa.
D’altronde, in tempi di guerra, ogni buco vale uno scagotto…