VASTO – A fine 2020 – data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente della popolazione a cura dell’Istat, l’ultimo pubblicato a marzo 2022 – in Abruzzo si contano quasi un milione e 300 mila residenti. Rispetto al 2019, 13 mila persone in meno. Un calo demografico, quindi, da analizzare. La provincia aquilana è quella che registra la maggiore diminuzione: -1,4% rispetto a quella teatina -1%, al secondo posto.
La provincia di Chieti continua a essere quella più abitata, il 29,3% della popolazione abruzzese risiede infatti in quest’area che copre il 24 per cento dell’intero territorio regionale. Un dato naturale, considerata la sua estensione geografica. Il primato, invece, di densità abitativa spetta alla provincia di Pescara (24,5% su soltanto l’11,3% di superficie).
Per quanto riguarda il tasso di natalità, i dati peggiori si registrano in alcune località dell’alto Vastese e nella zona del Sangro. Castelguidone ha più che dimezzato la quota del 2019 passando da una percentuale di 8,19% di bebé a 2,99%. A Fraine, il dato del 2020 è pari a zero rispetto al 7,69% dell’anno precedente. Male anche Casalbordino, Carunchio, Celenza sul Trigno, Fresagrandinaria e Dogliola. Pure Lanciano e il suo comprensorio registrano un segno meno: da 8,05% passa a poco più del 5 per cento la città frentana.
Segno positivo, invece, per Vasto, Cupello, Guilmi, Carpineto Sinello e Fossacesia. Boom a Casalanguida che raddoppia il numero dei neonati nell’anno di riferimento.
I tassi di mortalità sono tutti con segno positivo, a causa della pandemia che ha colpito in pieno l’anno 2020. Se, però, il Covid 19 ha provocato più morti in Abruzzo, la diffusione del virus ha arrestato il tasso migratorio all’estero, cioè le persone che hanno lasciato la regione per andare a vivere altrove.
Sono infatti emigrati per la maggior parte corregionali di Carpineto Sinello, Fallo, Furci, Gamberale, Lentella, Palmoli e Roio del Sangro.