PESCARA – “Dalla parte degli ultimi per sentirmi primo” recita la sua canzone preferita, Sogni appesi, con la quale chiude tutti i suoi concerti.
Ieri allo stadio Adriatico, Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, è stato il primo in assoluto. Di fronte a quasi 25 mila persone tra famiglie, coppie, bambini e adolescenti, il cantautore romano si è emozionato e ha fatto emozionare.
Un coro di voci ha accompagnato tutti i brani proposti. Le torce dei cellulari hanno illuminato a giorno lo stadio di Pescara, già sold out nel 2019, un anno prima della precedente data fissata per il live.
Unico concerto in Abruzzo, non si è visto un manifesto pubblicitario in giro nella regione. Perché Ultimo ha il suo pubblico, informatissimo sui social, che lo segue grazie ai suoi post.
Timido come lui stesso si definisce, non ama parlare ma comunicare con la musica. Questo sì, soprattutto trasmettere i suoi stati d’animo, le sue sensazioni ed emozioni riuscendo ad avere tanto successo e riempire gli stadi di tutt’Italia. Colpisce al cuore e alla mente di una moltitudine di adolescenti alle prese con le contraddizioni della vita.
Ragazzo cresciuto nella borgata romana di San Basilio, con le difficoltà di sentirsi un bambino diverso dagli altri, collezionando insuccessi e porte in faccia, ha mantenuto l’umiltà e i valori più puri anche dopo esser diventato una star.
Le sue canzoni sono poesie, inni alle emozioni e a ciò che più è importante nella vita: le passioni. E ben venga fra i giovani un personaggio famoso che trasmette questi messaggi. La risposta del pubblico la danno i numeri: solo nel tour 2022 “Vieni nel mio cuore”, 550 mila biglietti venduti.
Ieri, i suoi fan abruzzesi sono stati gli “Ah belli!” che lo hanno fatto divertire: vedere bambini di 7-8 anni a cavalcioni sulle spalle dei papà e giovani innamorati cantare a squarciagola i suoi brani lo ha riempito di gioia.
La scenografia è stata ben curata: un palco con sullo sfondo una mezzaluna tagliata da una U (come Ultimo), piena di led ed effetti speciali. Al centro il maxischermo, con immagini di stelle e pianeti per il brano d’apertura “Buongiorno vita” oppure filmati della sua infanzia con i saggi di pianoforte, il Colosseo vuoto dei primi live e la moltitudine di gente all’Olimpico, per quello di chiusura, “Sogni appesi”.
L’audio era perfetto, tutti bravi i componenti della band. Superlativi il violoncello di Chiara Di Benedetto e il violino di Anais Drago nella parte in cui Ultimo è seduto al pianoforte e canta “La Stella più fragile dell’universo”, “Giusy”, “Quel filo che ci unisce”, “Tutto questo sei tu” e un plauso di pubblico per “22 settembre”, rafforzato dai geyser a Co2 che hanno animato la parte centrale dello stage, nascondendo l’uscita di scena dell’artista, accompagnata dall’assolo della batteria.
Sì proprio quella di Mylious Johnson che a ritmo, per qualche minuto, ha seguito e, allo stesso tempo, ha scandito gli applausi della platea. Il caro amico di Niccolò, Manuel Boni, con Rufio Littorio hanno fatto ascoltare al pubblico già estasiato un duo di chitarra in “Piccola stella”.
Il live si è concluso con la U del palco che s’è illuminata a giorno per il saluto al pubblico. Dai laterali del prato è scoppiata un’esplosione di filamenti di carta bianca finita sugli spettatori. Un secondo prima dell’accensione dei riflettori dello stadio, sul maxischermo aleggiava la scritta “Per chi è ultimo e vale”.