SAN SALVO – La Fiom Cgil dichiara che “la credibilità del gruppo dirigente Denso stia venendo sempre meno” perché “ogni volta che si raggiunge un accordo, – specifica in una nota – l’azienda puntualmente non lo attua. Questa ormai è una prassi che va avanti da molto”.
“Cambiano i dirigenti ma la situazione non cambia. Nella Denso di San Salvo, – prosegue il sindacato – alcuni sembrano molto più attenti alla costruzione di cordate per la gestione del consenso e di conseguenza del potere che a remare tutti insieme per salvare questo patrimonio di donne e uomini.
“Serietà e professionalità non contano. In pratica, – aggiunge la nota – invece di pensare a come uscire da questa situazione disastrosa, si cerca di consolidare il potere del momento senza guardare ai lavoratori in cassa integrazione a zero ore, per i quali l’azienda aveva accettato di farli rientrare almeno per il 25 per cento delle ore lavorabili del mese”.
Il sindacato chiede inoltre “che fine abbia fatto il programma di formazione previsto negli accordi del contratto di espansione firmati al ministero del Lavoro e che sarebbe interessante sapere se quella formazione, utile anche a recuperare i lavoratori, è stata fatta o è rimasta lettera morta”.
“Nel frattempo, – dichiarano nella nota gli esponenti del sindacato – in officina regna la disorganizzazione tra la gestione della manutenzione e gli ipotetici 18 turni che, senza personale, sarà difficile applicare. Inoltre, è ora di fare chiarezza e smentire le voci di corridoio che parlano di esternalizzazioni della Logistica. Noi della Fiom siamo contrari a qualunque forma di esternalizzazione”.
“Vista la situazione di non rispetto degli accordi, – concludono – la Fiom mette a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori i propri legali per far valere i loro diritti, sia per il mancato rispetto dell’accordo sia per una valutazione del danno subito, così com’è avvenuto in una recente vertenza portata avanti dalla Fiom che ha visto il tribunale di Chieti condannare l’azienda per la mancata rotazione in Cassa integrazione ordinaria di un lavoratore, condannandola al risarcimento”.