VASTO – “Ad oggi non abbiamo avuto ancora riscontro, comunque certi che l’amministrazione con senso di sensibilità e responsabilità
provvederà a invitare la cittadinanza a partecipare alla campagna di indagine propedeutica per la redazione del P.E.B.A. (Piano
per l’eliminazione delle barriere architettoniche)”. Inizia così la lettera inviata dal coordinatore del Comitato HD – l’Handicap Diversamente, Raffaele Walter Cucinieri, al Comune di Vasto per avere chiarimenti riguardo alla mancata diffusone della campagna di indagine promossa dal comitato.
“Il comune avrebbe dovuto già da tempo incontrare le associazioni dei disabili e diffondere almeno un questionario, oltre che una
mappa interattiva per le segnalazioni, non limitandosi come ha fatto, a chiedere la partecipazione postando il solo indirizzo di posta elettronica sul sito del Comune – si legge nella lettera -. Uno dei passaggi fondamentali per la realizzazione e applicazione del P.E.B.A. è assicurarsi la più ampia partecipazione dei cittadini, obiettivo base per giungere ad un piano che sia il più condiviso possibile, al fine, di rendere la Città del Vasto per tutti e di tutti, promuovendo quella giusta e legittima riflessione intorno al tema dell’accessibilità urbana, proprio con lo scambio di buone prassi che conduca anche verso una mappa di turismo accessibile.
Il Peba (Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche), introdotto dalla legge 41/86 (per quanto attiene l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici) e dalla legge 104/92 (per quanto attiene l’estensione delle eliminazioni delle barriere architettoniche), è lo strumento attuativo specifico per approfondire il tema della messa in sicurezza e della continuità pedonale in ambito urbano.
Attraverso il questionario online risulterebbe possibile esprimere le proprie considerazioni riguardo l’accessibilità dei percorsi pedonali, di accesso ai parchi alle aree balneari, del servizio di trasporto pubblico e degli edifici pubblici sull’intero territorio comunale. La necessità di consultare una mappa online con la geolocalizzazione, anche con foto, in tempo reale delle problematiche.
E’ da considerare che oltre l’obbligo legislativo sulla concreta realizzazione del piano, vi è anche il ruolo delle varie figure che rientrano con il compito di salvaguardia della salute e della sicurezza non solo dei dipendenti del comune come previsto dal D.
Lgs 81/2008 “salute e sicurezza sul lavoro”, ma anche dei cittadini nell’utilizzo e fruizione dei servizi e degli spazi urbani di competenza del Datore di Lavoro, nel contesto specifico del Sindaco, o chi dallo stesso delegato con ampi poteri decisionali e di spesa.
Si stima che in Europa le persone con disabilità di vario tipo siano oltre 40 milioni. Un numero enorme che corrisponde (dati della Commissione Europea) a circa l’11% della popolazione, e il processo di invecchiamento in atto su tutto il continente farà inevitabilmente lievitare questi numeri nei prossimi anni.
Per concludere, i tanti studiosi della Mobilità urbana da tempo hanno fatto lodevoli riflessioni sul glossario delle parole giuste o superate inerenti la disabilità, definizioni che spesso provocano ulteriore disagio. Le parole riferite alle persone disabili nel tempo hanno subito una rapida e comprensibile evoluzione.
Probabilmente in meglio…minorato, handicappato, nano, sordo, cieco, sono state sostituite, nella mediazione informativa, dai più accettabili e corretti “Persona con disabilità, diversamente abile, menomazione, handicap, deficit, non udente o non vedente…” L’importante e che anche il linguaggio sulla disabilità aiuti a far rientrare tutti nella cultura della normalità, avendo come traguardo quello dell’inclusione. E in questo caso – conclude la lettera – le parole hanno il loro valore”