CHIETI – In una nota congiunta, i consiglieri di minoranza, Carla Di Biase, Giuseppe Luciani, Guido Giangiacomo ed Eugenio Caporrella dichiarano che è “falsa la collaborazione fattiva e costruttiva” proposta dal gruppo di minoranza e accolta con soddisfazione dal presidente Francesco Menna.
“I bilanci comunali sono in totale sofferenza – spiegano i consiglieri di centrodestra – a differenza di quello della Provincia consolidato come mai successo negli ultimi vent’anni”.
Nonostante ciò, l’Ente si ritrova a “pagare per il risanamento di un disastro economico creato dal centrosinistra che vedrà la chiusura forse tra 20 anni”, aggiunge la nota.
La condivisione totale dei programmi è stata “disattesa – tuona l’opposizione – già dai primi atti, non accettabili tecnicamente di cui, a breve, chiederemo conto”.
Il centrodestra sostiene che il bilancio di previsione è stato concepito con fondi da assegnare “esclusivamente dove vi è un interesse politico pre e post elezioni, nonostante la richiesta insistente di una suddivisione equa sull’intero territorio, abbandonando di fatto, a loro stessi gran parte dei 104 comuni”.
Così mentre la minoranza raccoglie le “tante proteste di sindaci in forte difficoltà”, il consigliere provinciale Maurizio Costa, eletto nelle file di Forza Italia, dichiara che lui ha votato “Sì” al provvedimento proprio per venire incontro alle esigenze delle amministrazioni locali del Chietino.
“Ho agito con coscienza e coerenza”, dice a Zonalocale. “Sono portatore di interessi della collettività. Per me fare politica vuol dire questo: assumersi le proprie responsabilità e non andare dietro a ideologie ormai inutili”. Costa spiega che “il bilancio provinciale è stato realizzato al 50 per cento dall’ex Commissario prefettizio e dall’équipe di tecnici ministeriali. Con un utile di 8 milioni di euro, nel bilancio “ci sono somme dedicate anche ai Comuni e una serie di lavori in tutta la provincia”.
Questa tesi non convince Di Biase, Luciani, Giangiacomo e Caporrella. “Basta farsi un giro sulle strade provinciali per vedere le differenze – rispondono -. La così tanto acclamata Via Verde o Pista ciclabile, sulla quale la minoranza ha chiesto una particolare attenzione, vede solo 260 mila euro sul bilancio e una totale assenza programmatica”.
Secondo loro, “con un accordo sotto banco”, il consigliere Costa ha ottenuto un incarico all’Asp (Azienda pubblica di servizi alla persona), nomina “che spetterebbe a un componente espressione della minoranza”. “Accuse strumentali”, le definisce Maurizio Costa. “Eravamo in tre a poter essere eletti. I colleghi hanno evitato il confronto abbandonando l’Aula. Siamo rimasti in due della minoranza: io e Giuseppe Luciani”, incassando 2 voti per Costa e 1 alla consigliera Carla Di Biase (Fdi).
“Loro si sono astenuti, – incalza Costa – non lo hanno bocciato perché è veritiero, quindi le accuse nei miei confronti proprio no”.
Intanto, per gli altri esponenti del centrodestra, la sua posizione ha generato “di fatto un vero e proprio deficit democratico e un’insanabile frattura dal punto di vista politico. È una cosa molto grave – precisano – l’accordo fatto con il componente eletto in minoranza, a quanto pare passato in maggioranza, che tra l’altro ha un ruolo di dipendente nella segreteria politica in Consiglio regionale con i gruppi di centrodestra”.
“Io sono stato eletto in Forza Italia e faccio parte della minoranza”, risponde Costa alla domanda sul cambio di schieramento. “Ma lo sono in virtù delle scelte che faccio. Leggo le carte e me le studio”, ha concluso il consigliere rigettando la parola “opposizione” perché “la politica deve aiutare il territorio, non andare dietro alle ideologie”.