di Fabrizio Scampoli
Puntuali come le tasse, tornano in questi giorni di incombente estate le consuete polemiche sul turismo vastese, sulle sue enormi possibilità e sulle sue tante, troppe criticità ataviche.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che la nostra città, giustamente definita l’Atene degli Abruzzi, possieda una caleidoscopica offerta per il popolo delle vacanze, così come in tanti ci rendiamo conto delle cose che non vanno, o che almeno potrebbero essere migliorate. Ad esempio, si potrebbe prolungare la stagione turistica: invece di aprire gli stabilimenti balneari a metà giugno e chiuderli a fine agosto, si potrebbe fare come in Romagna, e iniziare la stagione a maggio per concluderla a settembre, incentivando l’offerta per chi trova troppo costosi i mesi di luglio e agosto. Si potrebbero offrire sul web pacchetti vacanze speciali, come a Ischia e altrove, per chi ama il mare autunnale, come ad esempio i turisti inglesi, che non sopportano la canicola.
Oltre a questo, bisogna riempire il contenitore di proposte interessanti, come si era iniziato a fare negli anni Novanta: chi non ricorda le belle serate di cinema del Film Festival, quando in piazza Rossetti ti capitava di incappare in Alberto Sordi e Stefania Sandrelli, o in Catherine Denevue e Alain Delon? E poi prime visioni, retrospettive, documentari… Il tutto seguito giornalmente dalle TV nazionali, che proiettavano il nome di Vasto in ogni casa.
Per la musica si è deciso di rinunciare al Siren Festival, kermesse di livello europeo, per ospitare il contestato e problematico Jova Beach, che tante critiche sta suscitando.
Tanta gente una volta sceglieva Vasto per le ferie anche per la gastronomia: a fatica si era avviato il Mese del Brodetto, durante il quale era possibile assaporare ad un prezzo giusto la specialità del nostro territorio. Perché non si riesce più a proporre? E perché abbiamo perso anche la vetrina del Prodotto topico che convogliava a Vasto migliaia di persone? Ecco, forse basterebbe solo riproporre alcune idee dal passato per migliorare la nostra performance turistica.
Sicuramente che qualche Freccia bianca sosti a Vasto è fondamentale, ma è necessario anche arricchire il calendario degli spettacoli serali, altrimenti continueremo ad assistere alla “transumanza” notturna dei turisti sul lungomare di San Salvo dove, ogni sera, cover band locali e artisti di richiamo fanno il pieno. Eppure di musicisti in città ne abbiamo a iosa.
Occorre cambiare marcia, sfruttando meglio anche le possibilità offerte dalla Pista verde dei Trabocchi, un luogo davvero pittoresco e apprezzato da cicloamatori e amanti del walking. Insomma, come si vede, di cose da fare ce ne sarebbero davvero tante, e in un momento di crisi economica come questo la politica locale dovrebbe rimboccarsi le maniche e magari proporre anche qualcosa di nuovo. Ma temo che sarà un’altra estate da dimenticare, anche se, da cittadino dell’Atene d’Abruzzo, mi piacerebbe tanto essere solo un nostalgico Solone e venire smentito dai fatti.
Fabrizio Scampoli