FRESAGRANDINARIA – Il Comune di Fresagrandinaria ha accolto una delegazione della comunità di Püttlingen, che è andata a far visita in onore del trecentesimo anniversario del Pellegrinaggio a Madonna Grande.
Tra maggio o giugno avviene il pellegrinaggio a piedi al Santuario di Madonna Grande a Nuova Cliternia di Campomarino (CB). E’ una tradizione che dura da più secoli e, comunque, sicuramente dal 1660 e che non è mai venuta meno. Ha luogo il lunedì successivo alla domenica di Pentecoste con la messa mattutina, la benedizione del parroco e la partenza alle cinque del mattino.
Non importa se piove e ci sono i fiumi in piena o tira vento o c’è il sole: si deve andare e si va. Si scende al fiume dove si uniscono i pellegrini da Lentella, lo si guada, si attraversa il paese di Montenero di Bisaccia dove si visita il santuario della Madonna di Bisaccia, si scende nella valle del fiume Sinarca nei pressi del quale si fa sosta e ci si rifocilla. Ormai è mezzogiorno.
Si riparte risalendo la campagna di Guglionesi per poi ridiscendere nella valle del Biferno, si attraversa il passaggio a livello della ferrovia, si passa il ponte e si risale lungo il costone di Portocannone in festa.
Alla periferia del paese, come consuetudine, viene incontro e accoglie i pellegrini la processione locale con la banda musicale. I due arcipreti si abbracciano, si baciano e si scambiano le stole in segno di amicizia. Indi i popoli uniti si recano cantando nella chiesa di santa Maria di Costantinopoli dove si prega e si assiste ad una breve funzione. Sono le cinque.
Si riparte lungo la strada in falsopiano che porta al Santuario dove si arriva verso le sette, otto di sera. Si fanno tre giri attorno alla chiesa e poi si entra cantando la canzone della Madonna.
Si recita il rosario, si dicono le litanie e si partecipa alla messa serale.Si fa visita alla cappellina della grotta dove nel tardo medioevo si ritrovò il quadro. Al santuario affluiscono i fresani venuti da ogni dove oltre che a piedi, con gli autobus e con automobili private. Per molti di essi questa è l’unica occasione annuale di incontro per salutare, raccontare o farsi raccontare.
Fino agli anni sessanta del secolo scorso si pernottava nei pressi e si dormiva nel santuario per ragioni religiose e per dare modo alle cavalcature di riposare perché si doveva ritornare a piedi. Oggi che non c’è più questa esigenza, non si pernotta più e si ritorna in macchina in tarda serata.