VASTO – La città di Vasto è tornata a rivivere la tradizionale festa di San Nicola della Meta. Dopo due anni di stop a causa della pandemia, quest’anno la festa è tornata in tono minore ma con una profonda impronta religiosa. E’ tornata anche l’attesa “Sagra del dolce”, alla sua ventesima edizione.
Laura Giammichele, organizzatrice dell’evento da più di vent’anni, racconta alle telecamere di Zonalocale la storia dell’evento così sentito dalla gente del quartiere. “In questi anni ho provato a non far morire questa tradizione e tra mille difficoltà, insieme a un gruppo di fedeli, ho continuato a portare avanti questa iniziativa fino ad oggi. Per il prossimo anno – ha continuato Giammichele – speriamo di realizzare qualcosa che possa far rinascere questa tradizione”.
Presenti anche alcune autorità cittadine, tra cui Francesco Menna, sindaco di Vasto e presidente della Provincia di Chieti, che abbiamo intervistato nel VIDEO che segue.
LA STORIA DELLA CHIESA E DELLA FESTA
La cappella di San Nicola della Meta di Vasto si trova nell’omonima via, in una posizione che gode di una vista panoramica tra le migliori della città. Un alone di mistero avvolge l’edificio. Le origini della chiesa, infatti, sono sconosciute. Le prime notizie in merito risalgono al 1644.
L’edificio attuale che ospita la chiesa fu restaurato nel 1875 dopo circa mezzo secolo di totale abbandono, e venne riaperto al pubblico con una solenne cerimonia sacra che vide la partecipazione delle autorità cittadine e di migliaia di persone accorse da tutta la regione per l’evento. Al termine della celebrazione religiosa, la statua venne portata per la prima volta in processione in mare sopra le paranze e piccole barche locali con il tripudio delle campane a festa e il boato dei tradizionali fuochi d’artificio. Nonostante la riapertura della chiesa, per circa trent’anni la processione in mare non venne più ripetuta fino al 1903, anno in cui si volle rinnovare la festa della prima grande occasione. Altri interventi di rilievo sulla cappella vennero effettuati nell’estate del 1959, con il rifacimento totale del tetto e lo spostamento del campanile.