VASTO – Partiamo da un punto fermo: la maionese impazzisce solo se il battito di uova e olio a filo subisce un cambio di verso in corsa d’opera.
È quanto accade all’organizzazione del Jova party a Vasto, la manifestazione di musica ed intrattenimento messa su da Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, nell’estate del 2019 e che tocca una decina di centri rivieraschi del Belpaese.
Esce la notizia e l’entusiasmo decolla incontrollato. Passa qualche settimana e la polemica sale padrona, poco disturbata, sul palcoscenico della kermesse.
Tre anni fa Vasto subì la beffa della bocciatura in Prefettura. Beffa, per esprimere la delusione dei ventimila che già sei mesi prima avevano prenotato il biglietto valido per la due giorni vastese del 17 e 18 agosto. Numero che si sarebbe almeno raddoppiato nonostante l’incertezza generale dei mesi successivi.
Bocciatura, da un punto di vista tecnico ed amministrativo, è il termine adeguato per fotografare il secco No del Prefetto, cui fece eco quello all’unanimità della Commissione parlamentare in seguito all’interrogazione presentata dal Senatore D’Alfonso quando al governo era già subentrato il centrosinistra dopo le dimissioni di Matteo Salvini e la fuoriuscita della Lega dalla maggioranza.
Dunque, nessun alibi. Poi possiamo disquisire all’infinito, esattamente come spesso facciamo di fronte ad una sentenza della Cassazione. Nelle motivazioni furono rilevate chiare e gravi inadempienze dal punto di vista della logistica e delle vie di fuga. In sostanza, la manifestazione fu tagliata per ragioni di sicurezza e spostata a Montesilvano nelle settimane successive. Ma, in mezzo? Il finimondo!
Un coacervo di posizioni favorevoli e contrarie, fintamente favorevoli e vagamente contrarie. Colpi bassi e ad altezza d’uomo. In faccia e alle spalle. Piccole lobbies portatrici di personali interessi che davanti si sforzavano pure di mostrarsi contenti per l’evento, e sotto sotto remavano contro. Con ogni mezzo ed appoggi trasversali.
Francesco Menna fece leva su sentimenti popolani ed attaccò pubblicamente tutti. Dal Prefetto al Senatore Gianluca Castaldi. Dalle opposizioni fino a Salvini, il pass partout nazionale per ogni via d’uscita. Tranne che dal perimetro del Jova…
Secondo il sindaco di Vasto era stato organizzato un complotto planetario per attaccare lui, per fargli fare una figuraccia. A distanza di tre anni torna alla carica e ripropone il Jova, imberbe rispetto al prevedibile fronte del No. Bravo sindaco, stavolta ti dico bravo! Ora, però, cerca di toglierci di mezzo in fretta pali e paletti, rogne e rognosi. Vasto non può permettersi il lusso di perdere il tempo con “fancazzisti” che sventolano bandiere di cui si legge chiaramente solo il numero del proprio conto corrente.
Chi ha paura di perdere incassi in quei due giorni, che già così è da terapia di gruppo, deve sapere che 40 mila persone non arriveranno né in paracadute, né in mongolfiera. Faranno incassi che non hanno mai sognato.
Chi parla di data sbagliata deve mettersi in testa che Vasto non ha nessun titolo da far valere sui tavoli del business, anche e soprattutto a causa della loro mentalità medioevale.
Chi parla di disagi insopportabili per due giorni di chiusura del traffico nell’area di Vasto Marina e nelle immediatezze, cominciasse ad occuparsi del vero disagio, che evidentemente non conoscono.
Delle persone che rasentano la fame. Che convivono con patologie permanenti o ad alto rischio. Che non sanno più quale bugia inventare per giustificarsi con i figli cui avevano promesso anche piccole gioie. Magari il biglietto per il Jova …
Vasto ha bisogno di svoltare, di decollare una volta per tutte e per tale ragione deve anche essere pronta a correre rischi. Il Jova rappresenta una occasione unica per farsi belli e far sapere ai grandi organizzatori italiani che Vasto c’è, Vasto è pronta, Vasto è a loro disposizione per ospitare un numero sempre maggiore di date da ricordare.
Vasto non può più essere ostaggio di coloro che alzano la voce, di tanti ambientalisti sinceri ed in buona fede, osservando con distacco i banchetti dei cinghiali a base di uova di uccelli, di cui sono golosissimi. I cani no, quelli disturbano la fauna locale specialmente in tempi di fertilità. I cinghiali sì, no problem. Il Jova no!
Avanti sindaco. Stavolta hai le spalle coperte. Il Prefetto è cambiato. Castaldi è forza di governo come tutti gli altri, quindi, come nessuno. Salvini ha ben altro di cui occuparsi. Al massimo, se ti farai fregare di nuovo, potrai prendertela con il Presidente della Provincia…
Gabriele Cerulli