L’AQUILA – Il processo Histonium è giunto alla sentenza di secondo grado, dopo 14 anni di carte, accuse e difese. La Corte d’Appello dell’Aquila, composta dal presidente Aldo Manfredi e i consiglieri Alfonso Grimaldi e Raffaella Gammarota, ha disposto l’assoluzione con formula piena di due imputati, perché il reato contestato non sussiste. Inoltre ha stabilito di non dover procedere per maturata prescrizione nei confronti di altri due e ha dichiarato prosciolto dal reato un altro imputato per sopravvenuta morte.
La pubblica accusa, rappresentata dal procuratore generale, Alberto Sgambati, ha chiesto, al termine della requisitoria, la conferma delle condanne di primo grado. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Marisa Berarducci, Fiorenzo Cieri e Alessandro Orlando, ora molto soddisfatti.
Il processo è legato all’inchiesta su una presunta organizzazione malavitosa operante nel Vastese e nel vicino Molise, ma dove il reato più grave si è compiuto in Lombardia, tant’è vero che il processo ha avuto luogo a Lecco. Per competenza territoriale, i giudici hanno poi ritenuto di spostarlo a Vasto. I reati contestati agli imputati nell’inchiesta suddivisa in due filoni, 2007-2008, sono: estorsione, usura, rapina, attentati dinamitardi, ricettazione, usura, riciclaggio, incendi dolosi.